Era l’indicazione di Commisso già da qualche anno: giovani e italiani per la Fiorentina. Fazzini e Viti vanno in questa direzione
Rino Gattuso è stato per pochi giorni allenatore della Fiorentina. Quattro anni fa, prima dell’arrivo di Vincenzo Italiano. Ma finì presto, alle prime operazioni di mercato. In modo traumatico tanto che le parti decisero di firmare un accordo di riservatezza per non far sapere all’esterno cosa davvero era successo. Quindi era successo qualcosa di sgradevole e di pesante. Ora Rino è il nuovo commissario tecnico della Nazionale e, al di là di quanto è accaduto fino a un paio di anni fa, la Fiorentina sul mercato sta lavorando anche per lui. Certo, lo fa soprattutto per Pioli (che fra l’altro era l’antagonista di Gattuso nella corsa alla panchina azzurra…), ma in ogni caso la linea scelta dal club viola sul mercato sa di buono, di intelligente e di prospettiva. Giovani e soprattutto italiani, scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
DIREZIONE AZZURRA. Così da dare alla nuova Fiorentina un’identità precisa sul piano dell’attaccamento alla maglia e dell’appartenenza a un club italiano. Anche nelle due precedenti sessioni la scelta era stata in buona parte basata sui ragazzi di casa nostra, azzurri o azzurrabili. Nell’estate 2024 erano arrivati, fra gli altri, Colpani (classe ‘99), Kean (classe 2000, grande intuizione di Palladino), Cataldi (classe ‘94, non più un giovanotto, ma sempre italiano) e Bove (2002); in quella invernale Folorunsho (‘98), Fagioli (2001), Ndour (2004) e Zaniolo (‘99). Adesso Pradé ha puntato ancora su ragazzi di casa nostra come Fazzini (2003) e Viti (2002). Potrebbe rientrare Bianco (2002) e in rosa ci sono già Parisi (2000), Ranieri (‘99), Mandragora (‘97), Comuzzo (2005), Sottil (‘99) e il giovanissimo portiere Martinelli (2006).
UNA SQUADRA ITALIANA. Volendo, Pioli potrebbe schierare una formazione solo italiana: Martinelli; Comuzzo, Ranieri, Viti, Parisi; Fagioli, Bianco; Ndour, Fazzini, Mandragora; Kean. Dodici su dodici italiani, allenatore compreso. Qui non si tratta di autarchia, è chiaro che Dodo e Gosens saranno titolari così come De Gea, ma la scelta di puntare su giocatori che conoscono tutto della Serie A e del nostro turbolento ambiente calcistico, che possono cogliere al volo le indicazioni dell’allenatore è un vantaggio. E anche l’idea di affacciarsi in provincia, a Empoli, da mezzo secolo uno dei migliori laboratori per calciatori giovani, ha un senso (diventerà una “Fiorempoli”?). C’è un ultimo aspetto che potrebbe aiutare ancora di più la Fiorentina di Pioli: il senso di appartenenza. Ranieri, il capitano, è di Spezia, ma ha fatto tutte le giovanili con la Fiorentina; Comuzzo è di San Daniele del Friuli ma anche lui ha cominciato con i ragazzi del settore giovanile viola; Fazzini è toscano di Massa; Viti è di Borgo San Lorenzo, provincia di Firenze; Martinelli è nato all’ospedale di Bagno a Ripoli, a meno di un chilometro dal Viola Park. Dove si parlerà italiano, ma con qualche battuta in toscano.
Di
Redazione LaViola.it