Viola, qualificazione ok ma il doppio confronto contro il Maccabi ha lasciato non pochi dubbi sulla qualità del gioco dei gigliati
Non si giocano così queste partite. Con quella superficialità, quella approssimazione, quella sicumera. La Fiorentina aveva solo un gol di vantaggio, doveva gestire, certo, ma doveva farlo con forza, mostrando chiaramente al Maccabi la superiorità tecnica apparsa fin troppo evidente già all’andata. Scrive Polverosi sul Corriere dello Sport-Stadio.
La lentezza e il modo scontato e monotono di portare gli attacchi (sempre a sinistra, sempre con Biraghi, Sottil e Mandragora: non a caso l’1-0 è arrivato dalla fascia opposta) hanno prodotto una sola occasione in tutto il primo tempo.
Ma il peggio di sé la Fiorentina lo ha mostrato una volta in vantaggio, quando ha nuovamente rallentato e ha preso a giochicchiare, con una presunzione irragionevole. Terracciano ha fatto una figuraccia sul gol del pareggio del Maccabi, ma tutta la difesa, a cominciare da Ranieri, è andata a chiudere come se fosse in allenamento. Brutto così, brutto davvero.
Eppure c’era già cascata un paio di volte in partite di ritorno di questo tipo, giocate con la testa fra le nuvole, proprio in Conference League nella stagione scorsa: 4-0 per i viola a Braga negli spareggi, parziale di 2-0 per i portoghesi al ritorno, poi rimontati e sconfitti; 4-1 a Poznan, parziale di 3-0 per i polacchi al Franchi, prima dei gol di Sottil e Castrovilli. Lezioni cadute nel vuoto. Un vecchio proverbio dice: «Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire». E la Fiorentina non sente.
È stata una partita che aderisce perfettamente al corso di una stagione in cui la squadra è incapace di giocare due buone gare di fila. Era andata bene (a parte la beffa finale) con la Roma, ha rifatto un passo indietro col Maccabi. Una bene, una male, da tempo va così.

Di
Redazione LaViola.it