Spetta al tecnico emiliano trovare la quadra a una situazione complicata. La proposta è di passare a un modulo a rombo, con il trequartista
C’è bisogno di Pioli, del vecchio Pioli. Quello che Firenze conosce bene, che ha applaudito da giocatore (stava per lasciarci la carriera con la maglia viola addosso) e ammirato da allenatore, nei giorni della più grande tragedia della storia della Fiorentina, i giorni della scomparsa di Davide Astori. Momenti in cui lo spessore umano è stato capace di trasformare rabbia, angoscia e lacrime in energia positiva. Momenti in cui Pioli ha mostrato a Firenze tutta la sua umanità. Così scrive il Corriere dello Sport – Stadio.
SOFFERENZA. Dal punto vista calcistico c’è bisogno del Pioli che vinse lo scudetto con il Milan, quando le sue idee prendevano corpo in un istante, la squadra assorbiva i suoi insegnamenti e li metteva in pratica sul campo. I problemi di quel Milan trovavano sempre una soluzione, grazie all’intuito, alla preparazione e alla conoscenza della materia del suo allenatore. Al terzo giro di Firenze, “Pio” non ha ancora inquadrato la squadra, non ha trasmesso un’identità, non ha portato a casa i risultati attesi (preliminare di Conference a parte, ma anche lì…), non ha dato l’idea di essere il capo riconosciuto e neanche lui è soddisfatto. La Fiorentina è in sofferenza sul piano tattico, tecnico, fisico (la condizione di troppi giocatori è scadente), ma soprattutto sul piano caratteriale e dello spirito, che non ha. In queste prime quattro gioornate di campionato ha quasi sempre giocato male e poco, però è andata due volte in vantaggio e per due volte è stata ripresa (e dal Como anche superata). In preda dei suoi timori.
CAMBIO DI MODULO. Qualcuno sostiene che la Fiorentina sia stata creata per giocare col 3-5-2. Può darsi. Ma a parte Viti, per ora una riserva, la squadra ha un solo vero marcatore, peraltro oggi in crisi, il giovane Comuzzo. Nemmeno Ranieri nasce come marcatore, ha fatto l’esterno di sinistra nella Salernitana e poi il terzino sinistro. Italiano lo ha ricostruito come difensore, con buoni risultati, ma non a caso il capitano continua a dare il meglio di sé nell’area avversaria anziché nella sua. Un’estate intera di prove tattiche e amichevoli e dopo le prime cinque partite ufficiali, visti gioco e risultati Pioli ha cambiato sistema domenica scorsa contro il Como. Passando al 4-4-2 ha fatto delle scelte che non saranno piaciute nemmeno a lui. Dodo terzino-difensore, con Lamptey davanti, oppure Piccoli e Kean in coppia come a Torino (doppio esperimento fallito).
SOLUZIONI. Se si deve pensare a una Fiorentina con i giocatori di maggior qualità, viene in mente il rombo, o il fac-simile, il 4-3-2-1: quattro difensori, due marcatori (Comuzzo e Ranieri) e due terzini che si alternano in fase offensiva (Dodo e Gosens), tre centrocampisti con un regista (Nicolussi Caviglia) davanti alla difesa, due mezze ali (Mandragora che segna tanto e Fagioli o Ndour), un trequartista/centrocampista (Fazzini) e due attaccanti (Gudmundsson, e che faccia davvero l’attaccante anche se parte qualche metro indietro, e Kean). Ovviamente un’idea da “divano”, deve essere Pioli, che li vede tutti i giorni e può giudicarli meglio di chiunque altro, a scegliere cosa è meglio. Però qualcosa di nuovo deve succedere, uno strappo, un’accelerazione, una spinta verso un’idea di squadra e di gioco.
SBLOCCARLA. Stefano può e deve fare tanto. Ha tutto per tirar fuori la squadra da questa situazione. Non solo chi scrive, ma la maggior parte della tifoseria è convinta che un bel giorno (non tanto in là, però) la Fiorentina esploda nella sua brillantezza. Pioli deve sbloccarla, deve convincerla che ha i mezzi per fare di più, tanto di più. Nel calcio la pazienza è merce rara, ma in questo caso aspettare ancora un po’ è necessario.
Di
Redazione LaViola.it