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CorSport – Fiorentina, e adesso? Berisha punisce la Viola, Pioli cola a picco tra i fischi

Il Lecce resiste e colpisce una Viola sempre più imbarazzante. Firenze è di fronte allo spettro di un dramma sportivo

E adesso Fiorentina? Non sono più nemmeno i punti in classifica che rimangono quattro, adesso dopo dieci giornate, a far disperare e infuriare i tifosi viola. Tifosi che hanno contestato, tutti, dopo aver incitato tutti per almeno un’ora. Quanto il segno tangibile dell’inconsistenza di una squadra che non è una squadra, che non ha idee né gioco, che non ha senso di appartenenza e forse scarso sentore della situazione in cui si è cacciata. Lo scrive il Corriere dello Sport – Stadio.

LIVELLI D’IMBARAZZO. Si sapeva anche prima di questa partita, persa di nuovo, e così il conto si aggiorna a livelli d’imbarazzo con quattro sconfitte in cinque gare al Franchi (e la quinta è stata il pareggio di due domeniche fa contro il Bologna che definire rocambolesco è addirittura riduttivo). Ma lo sapeva soprattutto il Lecce, che è arrivato al Franchi avendo ben chiaro quello che doveva fare e quindi bravi Di Francesco e i suoi, nessuno escluso. Esattamente due cose dentro una per ottenere il massimo come poi è accaduto: resistere (si fa sempre per dire) al possibile e pensabile inizio in attacco della Fiorentina sulla forza dei nervi e poi colpire appena se ne fosse presentata l’occasione.

DRAMMA SPORTIVOMissione compiuta quando Berisha è andato in pressione su Ndour, il pallone uscito dal contrasto l’ha preso Stulic e ha servito Morente. Bravo l’esterno spagnolo a trasformarlo subito in assist nel cuore della difesa viola, presa chiaramente d’infilata e scoperta, per Berisha che ha chiuso il “triangolo” lungo con il tiro vincente alle spalle di De Gea. Minuto 23, 1-0 Lecce e partita finita lì. Sì, ci sono stati altri settanta e passa minuti, ci sono state due palle-gol (due, appunto) per la Fiorentina. Una sul piatto destro di Kean neutralizzata da Falcone (34’ della ripresa) un centimetro prima che l’orologio di Rapuano vibrasse, L’altra sul collo destro di Sohm, sciaguratamente calciata in curva in pieno recupero di secondo tempo. Giusto per dire che magari alla fine ci poteva scappare anche l’1-1 sugli episodi. Ma non avrebbe cancellato il senso d’impotenza di una squadra che appunto non è squadra, negli atteggiamenti, nell’incapacità di mettere in fila due passaggi e anche nelle espressioni di ogni singolo calciatore, tutti insieme colpevoli del corso delle cose che sta mettendo Firenze di fronte allo spettro di un dramma sportivo che nessuno poteva anche lontanamente immaginare due mesi fa.

CONTESTAZIONE. Per un’ora lo stadio – ridotto com’è ridotto – ha spinto la Fiorentina, accorgendosi però che altro che di una spinta serviva perché Ranieri e compagni mai davano l’impressione di poter essere pericolosi, e difatti il Lecce manteneva il vantaggio col minimo sforzo. Un tempo (con fischi inevitabili nell’intervallo), un’ora così, poi la Curva Fiesole s’è stancata anche di spingere e ha cambiato registro ai toni di fronte alla nuova, ennesima prova scadente da parte della formazione viola, immutabile nella sua mediocrità. Il resto è cronaca: che andrà aggiornata e cambiata per costruire un altro finale se questa Fiorentina non vuole sporcare il centenario con la macchia della vergogna. Firenze merita di più: e non è solo un coro.

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