Il racconto di alcune voci di mercato che vedevano in procinto di arrivare a Firenze sia Gudmundsson che poi Gilardino
C’è stato un momento, in un freddo giorno del gennaio 2024, in cui tutto pareva apparecchiato. Albert Gudmundsson a Firenze e, qualche mese dopo, anche Alberto Gilardino. Il progetto (poi naufragato) c’era. Tanto che qualcuno racconta pure di un paio di telefonate all’ex bomber nelle quali un dirigente della Fiorentina gli chiedeva di lasciar andare l’islandese. «Tanto poi lo ritrovi», la promessa buttata lì. Com’è andata, si sa. Da quel mercato arrivarono Faraoni e Belotti mentre Gud, come qualsiasi altro attaccante esterno o simili, non restò che una vana e ripetuta richiesta di Vincenzo Italiano, racconta il Corriere Fiorentino.
DOMENICA. Lo stesso Gila, arrivato poi a giocarsi la panchina viola con Alberto Aquilani e Palladino, rimase dov’era. Senza il suo giocatore più importante (lui sì, nel frattempo, passato alla Fiorentina), senza Retegui, ceduto all’Atalanta, ed esonerato dopo un avvio di campionato complicatissimo ma certo non disastroso. Il resto è storia recente e domenica, Alberto e Albert, il mentore e il suo pupillo, si ritroveranno. Allenatore del Pisa che torna in serie A dopo una vita uno, numero 10 viola ancora alla ricerca di se stesso e della scintilla l’altro. E chissà. Magari tutti e due si faranno distrarre per un attimo da pensieri e rimpianti. Della serie. «Cosa sarebbe successo se…». Di sliding doors però è pieno il mondo e per questo, dopo essersi salutati con affetto, per entrambi conteranno soltanto il campo e una partita che nessuno può permettersi di sbagliare. Per questo Stefano Pioli si augura di poter finalmente contare su quel Gudmundsson che a Genova, e in particolare con Gilardino in panchina, si era rivelato come uno dei calciatori più forti e decisivi del campionato.
Di
Redazione LaViola.it