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Conference League, l’occasione sprecata. Le seconde linee tornano in panchina

Lucas Beltran - Fiorentina

La gara di Conference League ha fatto capire che le seconde linee viola in questo momento non danno le garanzie necessarie

«Ho avuto tante indicazioni e posso contare su tutto il gruppo». Una cosa è certa di Raffaele Palladino in questi tre mesi alla guida della Fiorentina con nove partite già in archivio tra campionato (6) e Conference League (3) che molti dubbi hanno disseminato sul gioco e sull’identità di squadra: mette sempre i calciatori sopra e davanti a tutto e tutti, li protegge e li tutela, anche a dispetto dell’evidenza nell’analisi post partita. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.

TITOLARI È MEGLIO

Come l’altro ieri sera sera contro i New Saints, quando ha detto quanto sopra riportato mentre in campo c’era stata una Fiorentina rivoluzionata rispetto all’Empoli con dieci cambi e con tanti elementi che finora avevano giocato poco se non pochissimo, più il debuttante assoluto Moreno, che ha avuto bisogno dei titolari (ne sono bastati tre) per fare ciò di cui non era stata capace fino al momento del loro ingresso.

Adli ha ripagato la fiducia (alla prima da titolare l’ex Milan, ottimo trampolino di lancio verso la partita di domani sera contro gli ex compagni rossoneri), Richardson (226 minuti disputati alla vigilia della Conference) ha dato segnali confortanti subentrando all’infortunato Mandragora nel recupero del primo tempo, ma Beltran, Kayode, Sottil e Parisi no, per citarne quattro attesi che si erano presentati all’appuntamento con 133 minuti, 99 minuti, 198 minuti e 261 minuti rispettivamente alle spalle e i due esterni di difesa, ad esempio, l’uno senza mettere piede in campo a settembre neppure per un minuto e l’altro per cinque minuti ad Empoli recupero compreso.

OCCASIONE SPRECATA

Ci sono dei distinguo da fare, patenti di responsabilità e giudizi definitivi da evitare, ma una cosa è sicura: le seconde linee (che Palladino non vuole vengano considerate tali in una scala gerarchia comunque oggettiva presenze e numeri alla mano) non garantiscono una Fiorentina di livello e competitiva.

Non ora, non per quanto visto due sere fa. A proposito: il tecnico campano le aveva definite occasioni alla vigilia dei New Saints per chi avrebbe giocato, intese come opportunità. E in più d’uno non le hanno sfruttate. Serviva una prova convincente, una dimostrazione di affidabilità, magari bastava un guizzo, un lampo, un’invenzione in una partita perfetta per l’uso: hanno lasciato dietro soltanto dubbi. A Palladino non resta la speranza che presto gli diano ragione.

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