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Comuzzo: “Difficile superare il lutto di mia madre. L’esordio al Maradona una gioia per la mia famiglia”

Credit: Getty/FIGC

Le parole del giovane difensore viola dal ritiro dell’Italia U19 per le gare di qualificazione all’Europeo

Il giovane difensore della Fiorentina, Pietro Comuzzo si è raccontato a Gianlucadimarzio.com:A inizio anno ho avuto la perdita di mia mamma. È stato difficile, ma l’ho superato grazie alla mia famiglia: siamo rimasti uniti e siamo riusciti a essere forti come avrebbe voluto lei per andare avanti. Poi mi sono tolto qualche soddisfazione, perché ho iniziato a giocare in Primavera, ho giocato due finali sia in Coppa che in campionato, anche se non sono andate come volevo. E ora è iniziato il percorso con la Prima Squadra. Tanti alti e bassi, ma l’importante quando succedono queste cose è farsi forza, anche quando sembra che non ci sia, e andare avanti”.

INIZI. “Mio padre, che faceva il portiere, anche se non a livelli eccezionali. È stato lui ad avvicinarmi a questo sport a 5 anni. All’inizio volevo fare il portiere come lui, poi sono diventato un difensore. Poi ho fatto il percorso anche con mio fratello e giocare a calcio è diventato ancora più bello di quanto non lo fosse già. Ci sfidavamo più volte, dal giardino al campetto e ci marcavamo a vicenda: è stato bello perché siamo andati insieme alla Fiorentina, ma poi le nostre strade si sono divise”.

MODELLI. Mi ispiro Chiellini, non solo come giocatore, ma anche come persona. Magari ora anche Van Dijk come difensore moderno”.

CRESCITA. “In ogni aspetto. Dal punto di vista tecnico e difensivo, io mi reputo un giocatore abbastanza completo, ma che non eccelle in nessuna caratteristica. Devo migliorare a 360 gradi”.

DEBUTTO AL MARADONA. “Quando Italiano mi ha detto di prepararmi, mi sono alzato e mi sono scaldato per 30 secondi. Non ho avuto neanche il tempo di capire cosa stava accadendo. Sono entrato in quei 7-8 minuti e siamo riusciti anche a segnare il terzo gol. Lì per lì non ci pensavo, dopo ho realizzato cosa significa esordire al Maradona con 60mila persone. Non è cosa da poco, un’emozione unica. Dopo la partita poi ho parlato con mio papà, che stava guardando la partita con mio fratello, e anche per loro è stata un’emozione bellissima dopo tutto quello che abbiamo passato quest’anno. Qualcosa di bello e unico”.

SOPRANNOME. “Dai tempi dell’U16 mi chiamano ‘Soldato’. È per il mio modo di fare, per il mio taglio di capelli corti e per essere sempre puntuale, preciso e attento. Cerco di non sgarrare mai e di andare sempre il più forte possibile. Per questo è nato il mio soprannome”.

OBIETTIVI. Arrivare all’Europeo con la nazionale e più avanti possibile. Alla Fiorentina spero di riuscire a trovare sempre più spazio con Italiano che ringrazio: è stato coraggioso a mettermi in campo, ma avrà visto anche l’attenzione e l’impegno che ci metto negli allenamenti. Di obiettivi però non me ne pongo, perché tramite il lavoro le soddisfazioni te le togli, magari non sai quando e quali, ma prima o poi arrivano. Penso solo a lavorare forte ogni giorno, il resto verrà da sé”.

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