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Comuzzo: "La Nazionale un sogno fin da piccolo. Viola? L'unione la nostra forza"

Tra emozioni e obiettivi futuri, Comuzzo racconta il sogno azzurro e il legame con la Nazionale

È il giorno di Pietro Comuzzo a Coverciano. Il giovane difensore della Fiorentina si presenta in conferenza stampa, fresco della sua prima convocazione in Nazionale insieme a Savona della Juventus, anch'egli esordiente. Ecco le dichiarazioni del classe 2005 viola: Qual è il sogno ora che sei qui e come hai festeggiato?

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"Da bambino, quando inizi a giocare a calcio e sogni la Nazionale, aspiri a essere come quei campioni e a raggiungere Coverciano. Entrare qui è un sogno che si realizza. Non ho festeggiato ancora, lo farò con la mia famiglia, siamo persone riservate".

Che tipo di difensore sei, come Vierchowod o qualcun altro? "Mi sento sicuro nella marcatura e mi esalto nel duello. Tecnicamente voglio migliorarmi nella costruzione, ispirandomi anche a Bastoni e Calafiori, cercando di ridurre le mie lacune più evidenti".

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Quando ti sei reso conto di essere 'grande'? "Direi al mio esordio in Serie A e poi da gennaio 2024, quando sono stato definitivamente inserito in prima squadra. Da lì l'ho capito". Un pensiero speciale? "Il mio pensiero va a mia madre.

Essere qui è una grande soddisfazione anche per lei". Ieri Spalletti ha lodato la tua attenzione. È un aspetto che curi molto? "Sì, è una qualità su cui mi concentro, frutto dell’educazione ricevuta. Per me l’attenzione è fondamentale, perché tutto parte dalla testa".

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L’inno azzurro e il legame con la Nazionale? "Per me l’inno italiano è il più bello del mondo, ti fa sentire il legame con il Paese. Cantarlo in campo è una delle emozioni più intense che si possano provare. Ho seguito tutto l'Europeo e vedere Chiellini alzare il trofeo è stata una gioia enorme".

Un campionato molto combattuto e gli obiettivi della Fiorentina? "Stiamo lavorando ogni giorno per migliorare e restare in alto. Adesso, però, la mia attenzione è su questo ritiro e questi sette giorni in Nazionale". Cosa ti ha insegnato Palladino e cosa stai apprendendo alla Fiorentina?

"Il mister mi dà indicazioni su come migliorare, ad esempio nella costruzione del gioco. La nostra forza è l'unione del gruppo, siamo lì con merito". Qual è il rischio maggiore da evitare? "Si dice che arrivare fin qui sia la parte più facile, mentre mantenerlo è più impegnativo.

Mio padre mi ha sempre detto di costruire basi solide, senza fretta". Quanti messaggi hai ricevuto e se c'è qualcuno che vuoi ringraziare? A chi darai la maglia? "Ne ho ricevuti tanti, ma quello di mio padre è stato speciale.

Ho sentito vari mister delle giovanili e dei dilettanti, e li ringrazio tutti. La maglia resterà in famiglia". Il primo pensiero a Coverciano e le parole di Spalletti? "C'ero stato altre volte, ma entrare come giocatore della Nazionale maggiore è un'emozione più grande.

Spalletti mi ha accolto con un abbraccio". Quale avversario ti piacerebbe affrontare? "Essere qui è già un traguardo enorme. Se avrò l’occasione di esordire, sarà fantastico. Mi piacerebbe giocare contro la Francia, e tra gli avversari preferirei Lukaku, ma sono pronto per chiunque".


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