Il centrocampista viola Gaetano Castrovilli: “Ora sto meglio. Siamo in alto grazie al lavoro di Italiano, che puà diventare un grande allenatore a livello internazionale”
Lunga intervista del centrocampista della Fiorentina Gaetano Castrovilli al portale Fanpage: “Da gennaio sto meglio. Ognuno di noi vive dei periodi non positivi ma da gennaio sto bene. Ho visto una luce in fondo al tunnel e sto meglio sia fisicamente che mentalmente. Ogni giorno miglioro e cerco di ritornare il vero Castro. Partita dopo partita si cresce e si affrontano anche i periodi meno belli”.
FIDUCIA. “La fiducia è fondamentale per un calciatore, da parte dei compagni e della società. Ma non dobbiamo mai dimenticare che la testa ci comanda e se non siamo tranquilli con noi stessi, e con l’ambiente in cui viviamo, ci possono essere dei momenti di instabilità. Da calciatore, poi, è tutto amplificato e non è sempre semplice venirne a capo. Io ne parlo con la mia famiglia, i miei genitori e la mia ragazza, e anche per questo sto lavorando con una mental coach per migliorarmi: spesso si crede che bisogna affrontare queste situazioni solo quando le cose non vanno ma non è vero, bisogna essere attenti a queste dinamiche soprattutto quando stiamo bene. Si parla di mental coach solo per descrivere momenti negativi delle persone ma è una lettura sbagliata”.
FIORENTINA 2021-22. “Il merito principale è del mister che, secondo me, può diventare un grande a livello internazionale. Riesce a far giocare bene la squadra e a tirare fuori il meglio da noi. Rispetto a prima? Facciamo questo pressing in avanti che a noi mancava da tempo e questo ci permette di difendere attaccando”.
MIGLIORARE. “Nella concretezza devo crescere. Devo essere un po’ più egoista e questa cosa me la fanno notare sia i compagni che il mister. A volte passo la palla, tento la giocata, quando potrei tentare la soluzione personale e non sfrutto le mie qualità nella conclusione”.
VLAHOVIC. “Secondo me la vicenda non ha inciso nello spogliatoio. Lui era il nostro attaccante, ci ha portato tanti punti, ma la Fiorentina non era Vlahovic. La Fiorentina siamo tutti noi e anche grazie al gioco che ci ha dato il mister Vlahovic ha fatto 17 gol. Noi gli abbiamo augurato il meglio, ci dispiace che un calciatore forte come lui sia andato via. Qui è cresciuto tanto, ma non possiamo sapere il futuro di ognuno di noi dove ci porta”.
PALO. Impatto col legno a Marassi? “Non sono riuscito a fermarmi perché il campo era troppo bagnato e sono finito sul palo. Io volevo anche provare a continuare ma il dottore mi ha fermato. Sono stato qualche giorno in ospedale per rimettermi, una cosa non gravissima ma poteva andare molto peggio“.
LUCCI. Nuovo agente? “Per modificare il percorso di una carriera c’è bisogno di cambiare. Io avevo questo bisogno, anche per me stesso, e tante volte il cambiamento aiuta a creare nuovi percorsi e porsi nuovi obiettivi. Il mio vecchio procuratore mi ha dato tanto e mi ha fatto crescere ma sentivo che avevo bisogno di cambiare qualcosa”.
EUROPEO. “In ritiro si sentiva già qualcosa, si respirava nell’aria e nella nostra vita di tutti i giorni. Tutto merito di un gruppo fantastico che ha portato alla vittoria una nazione intera. C’era un feeling tra noi fantastico, ci abbiamo creduto dal primo momento. Anche perché, non dobbiamo prenderci in giro, non ci credeva nessuno. Far parte di un gruppo così ti lascia grandi emozioni e ti permette di crescere. Lavorando con i più forti si migliora. Mi è mancato essere un po’ più protagonista, ma quei giorni li porterò sempre con me”.
LA DIECI VIOLA. “È una maglia che ti dà tanta responsabilità. Qui l’hanno portata calciatori straordinari ma non sento il peso della 10. Per me è sempre stato un numero importante e da piccolo, quando giocavo nei tornei rionali, io giocavo con la squadra che mi dava della numero 10. Sono innamorato di questo numero, di quello che significa e sono onorato di portarla qui. Detto ciò, non è importante il numero che si porta sulle spalle ma la prima cosa è onorare la maglia al massimo”.

Di
Redazione LaViola.it