L’analisi sul delicato momento della Fiorentina, alle prese con la contestazione dei tifosi, l’incertezza sull’oggi e anche sul domani
Il silenzio stampa è la forma più elementare di autodifesa, e la Fiorentina ha scelto di non parlare per evitare di affrontare questioni scomode, come l’addio di Pradè, il cambio di allenatore e la contestazione della città, scrive Giuseppe Calabrese su Repubblica.
SILENZIO. Però al tempo stesso tapparsi la bocca è anche un segnale di estrema debolezza. Va bene chiudere la squadra nel suo bozzolo per cercare di ritrovare serenità e concentrazione, ma va un po’ meno bene che Commisso eviti di far sentire la sua voce. E che neppure il direttore generale sia abilitato a intervenire. A parte due ringraziamenti di routine a chi è andato via, e le solite polemiche con la sindaca Funaro sullo stadio, la crisi della Fiorentina è stata nascosta come la polvere sotto il tappeto. Per non parlare della contestazione dei tifosi, che a questo giro ha coinvolto anche la società, a cui è stato chiesto di rilanciare o passare la mano.
INCERTEZZA. Ma al momento non ci sono certezze, anche se la scelta di continuità del direttore sportivo e l’arrivo di Vanoli in panchina fanno pensare che almeno fino a giugno non ci sarà nessun rilancio. Ecco perché sarebbe ancora più necessario parlare, spiegare il proprio punto di vista, metterci la faccia come altre volte è stato fatto. La classifica della Fiorentina fa venire i brividi, e al di là dei proclami di inizio stagione, forse è arrivato il momento di resettare e ripartire. Anche per proteggere il lavoro di Goretti e quello di Vanoli, che hanno davanti il compito non facile di ricompattare la squadra e invertire la tendenza negativa che ha visto scivolare il gruppo viola in piena zona retrocessione. E questo compito tocca al presidente Commisso, o in sua vece al direttore generale. Il silenzio non aiuta, soprattutto perché lascia ampie zone d’ombra dove è facile insinuare dubbi e illazioni. Mentre in questo momento l’unica cosa che serve alla Fiorentina è la chiarezza. Sugli obbiettivi di quest’anno e sulle prospettive. Anche societarie. Aspettiamo che Commisso (o Ferrari, fa lo stesso) si faccia sentire.

Di
Redazione LaViola.it