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Rassegna Stampa

Bucchioni sulla Gazzetta: “Pradè, le responsabilità e un possibile autogol. Sabatini ha dato disponibilità”

Pradè e Kean

Città confusa e arrabbiata, Pioli rimasto solo in una partita chiave. Pradè paga le scorie anche della passata stagione

Con un’enfasi eccessiva l’aveva definita “La partita della vita o della morte”, ma lui non ci sarà. A sorpresa, poche ore prima dalla inedita sfida-salvezza con il Lecce, il direttore sportivo Daniele Pradè e la Fiorentina hanno deciso di separarsi, alzando così il livello del caos attorno a una squadra già in difficoltà e dentro una città confusa, arrabbiata e incredula. Così scrive Enzo Bucchioni sulla Gazzetta dello Sport.

‘SOLO COLPA MIA’. La Fiorentina partita per andare in Champions è finita in zona retrocessione, un qualcosa con poco senso calcistico, difficile da capire e ancor più da gestire. Da tempo Pradè aveva somatizzato tutto, con onestà perfino eccessiva s’era accollato ogni responsabilità, dalla scelta di Pioli a una campagna acquisti faraonica (ha speso novanta milioni) poi rivelatasi fallimentare. «È solo colpa mia. Dopo sei anni a Firenze il mio ciclo è finito, ma non posso dimettermi in questo momento, sarei un irresponsabile», ci aveva detto soltanto pochi giorni fa. Come un comandante qualsiasi di un Titanic qualsiasi. Cosa gli ha fatto cambiare idea? Probabilmente è stata decisiva l’ultima pesante contestazione a base di striscioni che hanno tappezzato mezza Firenze, nella notte fra venerdì e sabato.

DALLO SCORSO ANNO. Pradè paga per le difficoltà attuali, ma anche e soprattutto le scorie della stagione passata. I problemi affondano le radici nella guerra più o meno verbale, più o meno sotterranea, durata un anno intero e culminata con le dimissioni di Palladino alla fine di maggio, quando si erano già messe le basi per il nuovo campionato. I due non si potevano vedere, è questa l’estrema sintesi del discorso.

TEMPISTICA. Le dimissioni di Pradè avranno davvero l’effetto-protezione sulla squadra? Arriverà la scossa? I dubbi sono tanti. Il timore è che alla fine questo trauma possa diventare l’ultimo autogol: la tempistica che non torna. Di solito, proprio alla vigilia di una partita, sono sconsigliate tutte quelle azioni che possono destabilizzare. A maggior ragione nella Viola, che senza il presidente Commisso bloccato negli Usa per problemi di salute, aveva in Pradè l’unico dirigente in grado di dialogare con l’allenatore e con la squadra. L’unico uomo di calcio in una società messa a nudo nella sua debolezza più grande. Ipotizzare chi sarà il sostituto di Pradè in questo momento diventa un esercizio inutile. Da Giuntoli a Walter Sabatini, che ha dato la sua disponibilità, tutti i nomi sono buoni, ogni soluzione è possibile. Ma si comincerà a ragionare da domani.

UOMO SOLO. La sfida con il Lecce scriverà anche il futuro di Stefano Pioli. Ora è un uomo nella bufera, solo al comando, il principale responsabile di questo disastro, ma ha l’esperienza giusta per trovare lucidità e far capire ai giocatori come vanno certe cose. Vincere è davvero l’unica cosa che conta. Potrebbe però non bastare, se la Fiorentina non dovesse mostrare sintomi, anche piccoli, di guarigione.

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