Una serata show: la voglia di stupire di Motta e Italiano in uno spareggio per la Coppa più importante
Il derby che vale l’Europa, forse perfino la Champions, nasce dalla mente di due allenatori che hanno fatto di Bologna e Fiorentina due squadre vere. Motta e Italiano le hanno portate dove non arrivavano da tempo, le hanno trasformate nello spirito, rendendole più ricche e più strutturate. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.
Il Bologna è di Thiago e la Fiorentina è di Italiano, il marchio è riconoscibile a prima vista. Hanno la stessa identità, la stessa impronta sul piano tattico, non temono di scoprirsi per attaccare e non rinunciano mai ai loro princìpi. Pensiamo all’italo-brasiliano: con la costruzione dal basso ha preso gol dal Sassuolo e ha rischiato di prenderne due dal Lecce, ma non per questo ci rinuncerà.
Attenzione però, la Fiorentina ha uno specialista, Beltran, che ha segnato due volte rapinando la palla a Di Gregorio e a Falcone, così è nato il “gol alla Beltran”. E pensiamo al siciliano: pur di non cambiare sistema, a Lecce ha messo Nzola ala destra, decretando il definitivo fallimento del centravanti angolano.
Con Thiago Motta il Bologna ha conquistato trentanove punti dopo ventitré giornate, una cifra mai raggiunta da quando la vittoria vale tre punti e, assegnando gli stessi tre punti ogni vittoria anche prima del 1994-1995, nell’ultimo mezzo secolo solo una volta i rossoblù avrebbero fatto meglio, nel 1966-1967 (quaranta punti in quel caso) quando chiusero il campionato al terzo posto, alle spalle di Juventus e Inter.
Con Vincenzo Italiano, la Fiorentina nella stagione scorsa ha stabilito il record di partite giocate (sessanta) con due finali di Coppa Italia e Conference League, in questa stagione ha fatto nove punti in più in campionato, è in semifinale di Coppa Italia e agli ottavi di Conference League. Se per qualcuno i numeri sono aridi, non lo è il gioco che ha accompagnato il percorso dei due allenatori.
Di
Redazione LaViola.it