Non potrà mai essere una partita come le altre. Anche se negli ultimi anni il concetto che è stato fatto passare è un po’ questo. In palio ci sono gli stessi tre punti che si assegnano per un Fiorentina-Crotone. Ma poi c’è tutto il resto. Un passato segnato da mille vicissitudini.
Dallo scudetto del 1982 fino alla Coppa Uefa giocata ad Avellino per rifare lo stadio per Italia 90 con errori arbitrali annessi. Passando per i tumulti che caratterizzarono Firenze nei giorni del passaggio di Roberto Baggio alla Juve. Più e più volte il Divin Codino ha ribadito che quel trasferimento non avvenne certo per sua volontà ma per volontà di chi allora era alla presidenza della società viola. I tanti errori arbitrali costantemente indirizzati verso il colore bianconero. L’essenza del potere che la Juventus ha sempre trasmesso negli anni della Triade. Che poi hanno in un certo senso costretto anche i Della Valle a sondare il terreno di fronte ad una annata piena di soprusi per indirizzarne la retrocessione in B. La politica ci ha messo del suo in tutto questo. Sia calcistica che non. Come quando Diego Della Valle entrò nel calcio con le sue idee di riformare il mondo dei diritti tv, per far competere tutti ad armi pari etc… Con le bastonate verbali di DDV agli Agnelli, tra le grandi sciate, veleggiate etc e le accuse per la gestione della Fiat con Marchionne e Lapo Elkann. Il tutto nonostante le ricuciture varie compiute dopo il tourbillon Calciopoli con Diego stesso che con Agnelli tornò a dialogare per trovare soluzioni al problema che vide quindi l’inasprimento del rapporto con Moratti dello stesso patron Tod’s. Passando per il caso Berbatov, che fece esplodere di rabbia la dirigenza viola. “Il calciatore stava arrivando a Firenze per le visite mediche e per firmare il contratto. Ma a Firenze il giocatore non è mai arrivato. A causa di operazioni spericolate e arroganti di altre società, che niente hanno a che fare con i valori della correttezza, del fair play e dell’etica sportiva e che si collocano oltre i confini della lealtà” recitava il comunicato viola. L’arroganza mostrata in mille occasioni.
Non sarà quindi una partita come le altre. Una sorta di bene contro il male. Del popolo contro il potere e dei tanti sgarbi. Non più la partita della vita, ok. Come quando in anni dove restare in serie A era l’obiettivo principale della Fiorentina e vincere contro Lei, come qualcuno la chiamava, poteva salvare capra e cavoli. Ma quando anche stasera, come
ormai diventata usanza, i vertici bianconeri faranno il giro di campo per vedere il riscaldamento della squadra con una passeggiata che sa tanto di provocazione, anche chi non sta vivendo questa attesa in maniera spasmodica potrebbe improvvisamente sentire una scarica di adrenalina salire nelle vene. I cori antisemiti rivolti spesso verso il pubblico viola da quelli bianconeri sono finiti nella lente di ingrandimento della FIGC. Ma le sanzioni, come sempre, non arrivano mai. Per una tifoseria recidiva peraltro. I tempi dei cori sull’Heysel, nella patria del bene, o meglio della civiltà, sono finiti da tempo. Altrove no.
Il bene vs il male, insomma, sperando che anche stasera non sia solo Firenze a vincere, ma anche la Fiorentina.
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Di
Gianluca Bigiotti