Vice-Kean o trequartista, fin qui non ha mai convinto fino in fondo. Deve riuscire ad emergere, anche per l’investimento fatto un anno fa
Un po’ come nel celebre film “Il curioso caso di Benjamin Button” l’avventura di Lucas Beltran a Firenze rischia di prendere una piega strana, involutiva. E sarebbe un paradosso anche solo pensando alle cifre sborsate dalla Fiorentina, l’anno scorso, per strapparlo alle grinfie della Roma che aveva quasi convinto il River Plate a cederglielo. Con 24 milioni di euro complessivi si tratta del terzo investimento più oneroso della storia viola, dietro ad Albert Gudmundsson (sempre che si verifichino le condizioni per il riscatto dell’islandese) e Nicolas Gonzalez. Le domande adesso vengono spontanee: la società intende valorizzarlo veramente? Punta su di lui in qualità di titolare del futuro? Se sì, in che ruolo? Così si interroga il Corriere dello Sport – Stadio.
PARABOLA DISCENDENTE. La verità è che una posizione chiara, Beltran, non l’ha mai ricoperta nel suo percorso viola. Prima ha fatto il centravanti in alternanza con Nzola, poi Italiano l’ha spostato sulla trequarti. Infine Palladino ne sta facendo il vice-Kean. Impiegandolo quindi come prima punta, in una zona del campo nella quale il classe 2001 ha già dimostrato di non sapersela cavare. Stesso discorso quando schierato sulla trequarti nella linea a due dietro la punta. L’impressione è che le caratteristiche fisiche del Vikingo (non per stazza) rendano assai complicata una sua collocazione al centro dell’attacco. Viceversa, non è praticamente mai stato utilizzato come seconda punta, ruolo in cui molti osservatori lo vedrebbero meglio. Adesso, quindi, servono risposte. E in tempi brevi.
QUATTRO MESI PER CONVINCERE. Se il giudizio della sua prima annata in Serie A può essere considerato sospeso, la stagione appena iniziata è colma di aspettative. Tanto più che Beltran era considerato uno dei prospetti più genuini del calcio argentino, non a caso una volta atterrato a Firenze si sprecarono i paragoni a scatola chiusa anche Gabriel Omar Batistuta. Accostamento pesante che non è da escludere possa avere condizionato psicologicamente un ragazzo all’apparenza timido e introverso. Starà a Palladino trovare una quadra laddove il suo predecessore Italiano ha faticato tanto. Anche perché in caso contrario la dirigenza viola dovrà fare qualche riflessione in vista di gennaio nell’ottica di accontentare tutti: il giocatore, che per emergere deve aumentare il proprio minutaggio qui o altrove, e la squadra, che non potrà contare unicamente sulle prestazioni di un centravanti di ruolo come Kean. Se Beltran non si rivelerà all’altezza della situazione, nel mercato invernale verrà ridiscussa la sua permanenza in maglia viola.
Di
Redazione LaViola.it