Beltran, il 9 da rispolverare. I ko di Gud e Colpani gli danno ancor più responsabilità

Finora l’argentino è stato un calciatore a metà, che alla soglia di 25 anni non si è ancora specializzato in qualcoda. La nuova missione di Pallaidno è riscoprire il Beltran attaccanti

Il doppio crack simultaneo di Gudmundsson e Colpani responsabilizza ancor di più Lucas Beltran: finora né carne né pesce, troppo poco attaccante e troppo poco centrocampista per trovargli una collocazione tattica in Serie A, scrive il Corriere dello Sport. Il grosso problema del Vikingo sta sulla schiena, è il numero nove che gli è stato attribuito. Da quello, scaturiscono richieste che per ora non sono soddisfatte: soprattutto per quanto riguarda la produzione offensiva. Buono il contributo in rifinitura, con 6 assist in 29 gare, anche se l’ultimo risale all’8 dicembre scorso. Misero il bottino sotto-porta: 4 reti, tutte in campionato, di cui due su rigore. Il dato che colpisce di più, in negativo, riguarda i tiri in porta in Serie A: soltanto 7 in 21 partite. Beltran fatica soprattutto nel trovare luce per calciare, risultando spesso lento e “leggerino” nella preparazione della conclusione.

Palladino stravede per lui soprattutto per quanto il Vikingo può dare in fase di primo pressing. Adesso però servono numeri migliori in zona-gol. Gli stessi che aveva mostrato, ad esempio, nel suo anno da titolare in Argentina: stagione 2022-’23, 16 gol in 35 presenze col River Plate. L’impressione rimane quella di un calciatore a metà, senza grossi picchi (non è un’aquila nel gioco aereo anche se il suo ultimo gol l’ha segnato così, ha una buona pulizia di palleggio ma perde troppi palloni, mette tanta grinta in campo, ma perde più della metà dei duelli), che alla soglia dei 25 anni non si è ancora specializzato in qualcosa. La nuova missione del tecnico viola sarà quella: riscoprire il Beltran attaccante, variante quasi mai vista in diciotto mesi a Firenze.