La Gazzetta dello Sport tratteggia la sfida tra Beltran e Dybala domenica sera all’Olimpico
Lucas Beltran è sbarcato in Italia con un valigia piena di paragoni ingombranti. Al River Plate già lo annunciavano come l’erede di Julian Alvarez. Qualcuno gli appiccicava addosso l’etichetta di mini-Lautaro. Un po’ troppo per un ragazzo di 20 anni ancora da svezzare. Tra l’altro, lui aveva un altro modello, fin da bambino. A 14 anni, poco prima di lasciare l’Instituto, il club della sua città, per andare nelle giovanili del River, diceva: «A me piace molto il gioco di Paulo Dybala». Sarà stato per l’amicizia della Joya col fratello Federico o il fatto di averlo visto spesso giocare dal vivo, ma Paulo è sempre stato il suo referente. «Scende a cercarsi la palla per giocarla, e anche a me piace più passare il pallone che fare gol. Mi sembra il giocatore al quale somiglio di più».
C’è mancato poco che le strade di Dybala e Beltran si incrociassero ancora. Quest’estate la Roma, alla disperata ricerca di un attaccante, si intromise nella trattativa tra il River Plate e la Fiorentina. Gli propose un ingaggio superiore a quello offerto dai viola ma voleva pagare meno dei 25 milioni (inclusi i bonus) dell’accordo tra i Millonarios e i viola. Il club di Commisso s’arrabbiò con la Roma, il River pure (ovviamente) e Lucas mantenne la parola data al direttore tecnico della Fiorentina Burdisso. Forse gli sarebbe piaciuto giocare a fianco del suo idolo giovanile, adesso lo sfida per mantenere la Viola nelle zone delle squadre che sognano un posto a tavola nella Champions League. Più passa il tempo, e più Vincenzo Italiano e la Fiorentina puntano su di lui. Ha avuto un inizio difficile, che per la verità hanno sofferto un po’ tutti gli attaccanti gigliati. Ma ora il “vikingo”, come lo chiamano in Argentina per via dei capelli biondo-rossicci e la carnagione chiara, sta crescendo di partita in partita. Dopo i gol in Conference League, si è sbloccato anche in campionato domenica scorsa contro la Salernitana, dal dischetto. E l’altra sera, nella sfida di coppa Italia col Parma finita ai rigori, ha firmato quello decisivo. Come dire, se non c’è ice Gonzalez, tranquilli: ci pensa l’altro argentino.

Di
Redazione LaViola.it