Il Divin Codino: “Uno dei gol che ricordo di più lo segnai in Coppa Italia con la Fiorentina. Hanno applaudito per un minuto e mezzo senza fermarsi, io quasi non capivo”
Roberto Baggio, ex fantasista tra le altre squadre anche della Fiorentina, ha rilasciato un’intervista sulle pagine di Esquire. Questo un estratto delle sue dichiarazioni: “A 18 anni, a Firenze, dopo l’intervento ho pensato di smettere. Mi dicevano “forza, ancora 15 giorni e torni con la squadra”, passavano 15 giorni e mi dicevano “dai, ancora due settimane”. Ogni volta decidevo di smettere ma per una notte, il mattino dopo mi svegliavo e tornavo a fare gli esercizi. Così sono passati quasi due anni”.
Quanto conta il talento naturale e quanto le scelte che uno fa?
“Il talento può averlo chiunque, è pura fortuna. Ma quando a 17 anni mi sono distrutto il ginocchio dov’è andata a finire la mia fortuna, il mio talento, la mia sicurezza? Quando ero negli Allievi del Vicenza giocavo in una squadra che davvero, credimi, mai visto tanto talento tutti insieme. Non parlo di me ma degli altri. Ecco, nemmeno uno poi è arrivato, purtroppo”.
Ma allora qual è il problema del calcio italiano? Tu nel 2010 ti sei impegnato in Federazione, presentando un programma per il rilancio dei vivai che fu ignorato, e infatti poco dopo te ne andasti.
“Ma no dai, io non ho la verità in tasca e non sono un politico. Non avevano bisogno di me”.
Forse ne avevano, col senno di poi. Tu comunque hai una tua idea sul perché le cose vanno male?
“È sempre facile parlare da fuori, ci sono tante circostanze interne che noi non conosciamo. Certamente posso dirti che se gestissi una squadra di calcio spenderei il meno possibile sul mercato, e il più possibile sui vivai e soprattutto sulle strutture, che sono davvero carenti”.
Oggi per chi tifi?
“Guarda, io sono un tifoso scadente perché tifo per tutte le squadre per cui ho giocato, che non sono poche”.
Ti è mai più andata giù la mancata convocazione ai mondiali 2002?
“Quella fu una cosa vergognosa che per mille motivi difficilmente passerà”.
Ma come te lo spieghi?
“Non lo so, io penso solo che sarei dovuto andare anche con una gamba sola, per quello che avevo rappresentato. Avevo fatto tre Mondiali in un certo modo, quello sarebbe stato il quarto, la storia doveva finire così. È stato un tradimento che non, non… Ma poi tutto il Giappone avrebbe fatto il tifo per noi! Tornai dall’infortunio per le ultime tre partite in condizioni incredibili, ricordo i test che feci a Bologna, e infatti in 3 partite segnai 3 gol, in generale in quel campionato 11 gol in 11 partite. Ma soprattutto mancava più di un mese all’inizio del Mondiale, potevano portarmi in ritiro e dopo valutare le condizioni. Invece, va beh…”.
Un gol che ricordi più degli altri, al di là dei più famosi?
“Lo segnai in Coppa Italia con la Fiorentina, a Licata, saltando due volte il portiere e un paio di avversari, tutto in pochissimo spazio, al limite dell’area piccola. Segno e mi vengono ad abbracciare i compagni, ma tutto lo stadio applaude. Torniamo a metà campo e continuano ad applaudire, tutti i tifosi, il sindaco, una cosa pazzesca. Hanno applaudito forse un minuto e mezzo senza fermarsi, io quasi non capivo”.
Di
Redazione LaViola.it