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Rassegna Stampa

Anche la Fiorentina ha i suoi Santi. Successo in Conference, ma restano tante ombre

I viola hanno avuto bisogno di 65 minuti per avere la meglio sui modesti The New Saints

Così doveva andare per mille ragioni e così è andata, scrive il Corriere dello Sport. Vince la Fiorentina (anche se ci vorrà altro per raddrizzare una bilancia che per ora pende dalla parte del meno e il Milan domenica sarà il “peso” perfetto per quello) che debutta nella fase campionato di Conference League con il 2-0 rifilato al The New Saints, formazione come si dice in questi casi volenterosa e stop, penalizzata da ampio divario tecnico-tattico per larghi tratti nemmeno troppo evidente e ciò non va a merito della Fiorentina.

Vince la Fiorentina-A per usare un termine improprio e che però rende bene l’idea, visto che la Fiorentina-B schierata all’inizio da Palladino che ne ha cambiati dieci rispetto all’Empoli dentro il confermato 4-2-3-1 (unico elemento di continuità Kouame), non è riuscita ad andare oltre un’ora di non gioco e di sterile possesso palla. Così ci sono voluti gli ingressi tutti e tre insieme di Kean, Dodo e Gudmundsson per dare la scossa che serviva: due gol in quattro minuti e pratica archiviata.

Rimane il fatto che la squadra viola ci ha messo troppo ad avere la meglio dei gallesi che hanno provato il blitz dopo appena venti secondi cercando l’effetto sorpresa in area viola e per poco non ci riuscivano, ma poi si sono messi tutti lì a protezione di Roberts: e siccome la qualità della squadra di Palladino è buona e non eccelsa, per larghi tratti è stato solo uno stucchevole torello ai venticinque metri dalla porta ospite, con un paio d’infilate sul campo che un paio di volte si era aperto e portava ai tiri di Kouame (11’) e Beltran (22’) entrambi deviati in angolo da Roberts.

Un altro (tiro) di Kouame, uno al volo di Biraghi sull’angolo lungo di Adli e insomma ci voleva un episodio, un’invenzione. Tipo il destro bello a uscire di Mandragora (43’) e il centrocampista campano è stato sfortunato due volte: palo colpito e infortunio al ginocchio ricadendo che l’ha fatto uscire tirato in volto, con le lacrime agli occhi e con le mani nei capelli per lo spettro della rottura del crociato. Unica occasione vera, per il resto tutta roba però velleitaria e soprattutto poca, pochissima roba per non andare all’intervallo sullo 0-0 e per non prendersi qualche inevitabile (questo sì) fischio dei diecimila tifosi viola che si erano dati appuntamento al Franchi con la speranza di vedere qualcosa di meglio.

Nessun segnale da Sottil davanti, Beltran troppo a intermittenza, Ikoné il solito e improduttivo Ikoné, e allora Palladino faceva i cambi necessari: dentro Dodo, Kean e Gudmundsson. C’è voluto comunque un sinistro estemporaneo di un caparbio Adli (65′) per sbloccare finalmente la partita e, come volevasi dimostrare, i gallesi hanno mollato. Altri quattro minuti e bis viola a firma di Kean, che poco dopo ne ha sbagliato un altro impossibile da sbagliare nei tentativi confusi di tutta la squadra di trovare il tris della sicurezza. Serata così, due a zero a parte.

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