Appena 25 gol in 19 partite, media di 1,31 reti a gara. Ancora rimpianti per la Fiorentina, che chiude al 10° posto il girone di andata.
Vincere senza segnare è piuttosto dura. Due pali con Chiesa e Mirallas, colossali occasioni per Simeone ed Edimilson Fernandes, le parate di Radu su Chiesa. Ma la Fiorentina non segna, esce da Marassi con uno 0-0 ricco di rimpianti. Gli ennesimi rimpianti di un girone di andata complicato, chiuso al 10° posto in classifica a quota 26 punti. Un punto in meno dell’anno scorso, nella stagione che dopo l’anno di transizione doveva essere quella del consolidamento. Niente, tra sfortuna e imprecisione (oltre ad un episodio arbitrale controverso) la Fiorentina resta ancora imbrigliata nelle sue debolezze. E rimanda l’appuntamento con il salto di qualità: chiudere al 7° posto a quota 28 punti (in attesa del Milan), nonostante tutto, avrebbe dato tutt’altro sapore alla lunga sosta invernale. Anche perché la prestazione complessiva, in diverse fasi di gioco, è stata superiore alle precedenti.
SENZA SEGNARE. Sei partite su diciannove senza fare gol. Tante, anzi troppe. E come da matematica, difficile vincere così. Anzi impossibile. 0-0 come a Bologna, mentre Parma, Juve, Lazio e Napoli avevano sfruttato la sterilità dei viola per fare bottino pieno. Un altro pareggio, l’ottavo di una stagione che non decolla. Nonostante la mediocrità generale in zona europea. Ma se i viola non migliorano sotto l’aspetto realizzativo – determinante per vincere le partite – chissà se anche le altre continueranno a stentare nei risultati (Roma, Atalanta, Samp e Torino sembrano in crescita) e a concedere seconde occasioni ad una Fiorentina che continua ad andarci vicina, resta lì a 2 punti dall’Europa, ma sa tanto di squadra incompiuta. Inevitabile, quando fatichi così tanto a fare gol.
PEGGIO SOLO CON SINISA-DELIO. Venticinque i gol in 19 partite del girone di andata, per i ragazzi di Pioli, media di 1,31 reti a gara. Pochi. Solo con Mihajlovic e Delio Rossi, e nell’anno del ritorno in A, la fase offensiva era stata meno prolifica, sotto la gestione Della Valle. 21 i gol fatti nel 2010/2011 al termine del girone di andata, addirittura solo 18 nel 2011/2012. 19, invece, nel 2004/2005. Negli altri anni, sempre più gol rispetto all’attualità: dai 26 degli ultimi due anni di Prandelli, ai 35 del primo anno del tecnico di Orzinuovi, 36 e 34 nei primi due anni di Montella e 37 nel primo anno di Sousa. L’anno scorso, al giro di boa, erano 28 i gol fatti.
Pesano, nei numeri di quest’anno, le 6 gare senza andare a segno: l’anno scorso erano state 4 a reti bianche, con Sousa 0 il primo anno e 3 il secondo, con Montella 2 e 3 nei primi due anni, mentre ben 7 nell’ultimo anno dell’Aeroplanino. Il primo anno di Sinisa solo 3 gare senza segnare, nel 2011/2012 addirittura 10 su 19 al giro di boa. Con Prandelli solo nel 2008/2009 l’attacco non aveva colpito per 6 gare nelle prime 19, poi ha sempre marcato con regolarità.
SOSTA. Ora due settimane senza partite, si riprenderà con la Coppa Italia il 13 gennaio 2019 contro il Torino. Spazio ai rimpianti, a quegli “almeno 4 punti che mancano”, secondo Pioli e Antognoni, ma anche analisi di quello che si deve migliorare. Sul campo e sul mercato. Perché con un Simeone sì generoso, ma ancora una volta sprecone davanti, consegnare una punta valida a Pioli pare una necessità primaria. Anche se non sarà facile, in autofinanziamento e in uno storicamente difficile mercato di gennaio (in cui si andrà con ogni probabilità di prestiti con diritto di riscatto). Gabbiadini? Muriel? Profili più interessanti di Stepinski, ma giocatori che nel curriculum comunque non hanno all’attivo raffiche di gol. Quelli che servirebbero, disperatamente, ad una Fiorentina che crea ma spreca decisamente troppo.
Di
Marco Pecorini