Momento critico per la Fiorentina. Ieri pranzo di gruppo. Nuovo patto per provare a raddrizzare questa stagione
Un pranzo tutti insieme, dirigenza, allenatore, staff tecnico e calciatori, poi l’allenamento, nel pomeriggio, differenziato per chi ha giocato, defaticante, e normale per chi è entrato dalla panchina o non è stato impiegato. È trascorso così il lunedì al Viola Park. Un vero e proprio blue monday dopo il ko con il Milan, la quarta sconfitta in sette gare, e l’ultimo posto in classifica. Ma, nonostante segnali preoccupanti ovunque, dal gioco ai punti, dall’atteggiamento ai risultati passando per sfortuna e decisioni arbitrali non proprio digerite, come quelle di Marinelli, non è previsto alcun cambio all’orizzonte, né in panchina, con Pioli confermatissimo, né in società con Pradè intenzionato ad andare avanti e a non fare nessun passo indietro, scrive Repubblica.
PRADE’. Il direttore sportivo sa benissimo di essere arrivato a un punto di non ritorno nella sua seconda avventura a Firenze, la contestazione da giugno della curva è diventata sempre più pesante e con toni a tratti minatori, ma l’idea è quella di lasciare soltanto in situazioni più tranquille e non certo in un clima di crisi come adesso. Pradè all’interno della dirigenza viola, con Commisso in America, resta il dirigente con più anni di calcio alle spalle e con l’esperienza per poter supportare Pioli non solo umanamente ma anche tecnicamente. Le dimissioni poi, per quanto rappresenterebbero un gesto atteso da buona parte della piazza avrebbero però il rovescio della medaglia di mandare un messaggio negativo, di un capitano che abbandona la nave in tempesta non assumendosi le proprie responsabilità fino in fondo. A maggior ragione con una squadra costruita in prima persona, cosa non accaduta in passato. Ecco quindi che lo sfogo di Pradè domenica sera era teso da un lato a erigersi come colpevole principale, essere il parafulmine, dall’altro a proteggere Pioli, considerato l’uomo giusto per uscire dalla crisi.
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Redazione LaViola.it