Le dichiarazioni dell’ex allenatore viola al Festival dello Sport a Trento
L’ex allenatore della Fiorentina, Cesare Prandelli ha parlato al al Festival dello Sport a Trento: “Ultima esperienza sulla panchina viola? Ho pensato molte volte se accettare o no, perché mi sento un tifoso della Fiorentina e so cosa significa allenare la squadra viola. Poi c’è stato un episodio che mi ha fatto riflettere. Stavamo giocando una partita contro la Sampdoria e stavamo facendo una bella gara. Alla fine Quagliarella prese la palla e fece gol. In quel momento ho sentito una sensazione strana, che non avevo mai provato nonostante lo stress che ogni allenatore sente. Un momento di ansia nuovo e mi chiesi: ‘cosa mi sta succedendo?’. Parlai con lo psicologo che mi disse che avrei dovuto prendermi 15 giorni di pausa ma nel calcio non puoi. Sentii ancora quel disagio e decisi di dimettermi”.
GIOCATORE INTELLIGENTE. “Mi ha sempre colpito Jorgensen, a Firenze era fuori rosa e un dirigente ha dovuto riprenderlo per pochi euro, si è adattato alle situazioni essendo anche un leader, quando c’era lui nessuno metteva in discussione quel che dicevo, giocava ovunque e bene”.
TALENTO IN ITALIA. “Abbiamo ragazzi di talento e non dobbiamo rovinare questo talento, va enfatizzata la qualità che permette al giocatori di sentirsi protagonisti, il problema è che crescono punte a cui si chiede di fare l’appoggio e se c’è un esterno che dribbla gli si chiede di fare altro, e allora? Non si possono snaturare le qualità. Il mio disagio? Stavo sulle palle a tutti, volevo unire ma capivo che dividevo…”.

Di
Redazione LaViola.it