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Polverosi sul CorSport: «Serve un ribaltone, dirigenti senza esperienza. L'esempio Salernitana...»

3 min di lettura

Fiorentina inerme, ma così si va dritti in Serie B. Commisso ribadisce fiducia, serve però un elettroshock

Il campionato finisce il 24 maggio, mancano ancora più di cinque mesi e ventitré partite. La Fiorentina ne ha persa un’altra, in casa, era già ultima e ha continuato a scavare per andare ancora più giù. Ha sei punti dopo quindici giornate, la zona-salvezza è distante otto punti, scrive Alberto Polverosi sul Corriere dello Sport - Stadio.

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INERME. Allora, si staccano i tubi? No, non si staccano, perché quanto sta accadendo non è accettabile a Firenze e la resa oggi sarebbe da vigliacchi. Ma quei tubi si staccheranno da soli se la Fiorentina, intesa come società, resterà inerme come in questi mesi. Inerme, povera e inadeguata. L’unica idea è stata quella di vestire i viola con una orribile divisa arancione.

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FIDUCIA. Se non arriva un elettroshock la Fiorentina va giù a piombo e se Commisso continua a dire e a pensare che ha fiducia in tutti i suoi dirigenti (due, mica venti) non fa altro che velocizzare la discesa. Ci vuole un ribaltone, perché qui sembra che la Fiorentina non abbia preso ancora coscienza della realtà. Al Viola Park si va avanti sperando. Manca il click, diceva Vanoli. Siamo vicini alla soluzione dei problemi, diceva Ferrari. Abbiamo fiducia, diceva Ranieri. Ecco i risultati. Prendiamo Vanoli. Aveva detto che doveva lavorare sulla testa prima che sulla tattica. Ma se una squadra prende un gol al 94' nella partita della vita, e poi che gol, con i viola che alzano le braccia pensando (sperando, e ci risiamo) che la palla fosse uscita, vuol dire che con la testa non c’è.

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RIVOLUZIONE. Pioli aveva fatto 4 punti in 10 partite, Vanoli due in cinque, stessa media da retrocessione-lampo. Se è vero che la squadra non credeva a Pioli, allora non crede nemmeno a Vanoli. L'unico effetto delle dimissioni di Pradè è stato quello di spingere Commisso ad affidare la società a due dirigenti senza esperienza. Diventeranno bravissimi, ma ora Ferrari e Goretti non hanno la forza di ribaltare questa situazione, soprattutto in assenza del capo. Qui ci vuole gente che conosca il calcio, che goda di credibilità assoluta, che sappia parlare ai giocatori e all’allenatore, ci vuole una task-force che dia il senso della vera, grande svolta. Bisogna provare di tutto. Giorni fa abbiamo fatto il nome di Prandelli e Antognoni ben sapendo che nessuno dei due sarebbe stato contattato dalla Fiorentina. E questo perché la Fiorentina è convinta di essere in grado di risolverla da sola, così come è strutturata oggi, la peggiore stagione della sua storia. Ci vuole qualcuno che a gennaio rifaccia l’organico, che porti cuore e nervi al Viola Park. Ricordate la Salernitana con Walter Sabatini? Era con i piedi, le caviglie, le ginocchia e metà busto in Serie B, con la rivoluzione di gennaio (e con la bravura di Nicola in panchina) quella squadra riuscì a salvarsi. Altre vie non ci sono. 


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