Il commento di Alberto Polverosi dopo la vittoria della squadra viola in Coppa Italia contro l’Atalanta
Trecento tifosi di notte all’aeroporto di Peretola ad aspettare la Fiorentina che aveva appena vinto a Bergamo. Trecento tifosi che saltavano impazziti per un quarto di finale di Coppa Italia superato. Può succedere solo a Firenze. Vista da milanisti, interisti e juventini sembra una festa di poveracci, di gente che si accontenta di un tozzo di pane. Se lo pensano, e lo pensano, è perché non hanno il senso del calcio di Firenze, di una città che quando incontra la sua squadra si riconosce. Vivono di prosa, altrove. Che va pure bene, ma non conoscono la poesia, il sentimento dei fiorentini. Quel tozzo di pane può sfamare più di un piatto di caviale. Scrive Polverosi sul Corriere dello Sport-Stadio.
La notte della Coppa Italia del ‘96, quella di Claudio Ranieri e Gabriel Batistuta, si consumò dentro il Franchi strapieno di gente in attesa che la squadra rientrasse poco prima dell’alba proprio da Bergamo per presentarsi sul prato di Campo di Marte ondeggiando intorno al trofeo. Chi ha vissuto quei momenti non faticherà a capire cosa prova oggi Firenze. A Milano, o a Torino (versante Juve), due colpi di clacson e a letto. A Firenze nessuno dormì quella sera.
Qui, un quarto di finale di Coppa non è solo un quarto di finale. E’ una rivalsa attesa e sognata
Ben sapendo che in fondo, anzi, dietro l’angolo, ci sarà una semifinale che vale non una stagione, ma una mezza dozzina di stagioni. Il 3-2 contro l’Atalanta non è solo un 3-2 in trasferta. Ma una vittoria in dieci conquistata a un secondo esatto dal terzo e ultimo minuto di recupero e dai supplementari. E’ il gol di un difensore che in un attimo si trasforma in Batistuta, che controlla la palla e la colpisce con un mezzo collo da grande giocatore. E’ un destino che si ribalta perché un tempo quel pallone al 93′ sarebbe finito nella porta dei viola. E’ un 3-2 in trasferta con un uomo in meno contro una squadra più forte. Una vittoria che arriva dopo un 5-2 in trasferta con un uomo in meno (per mezz’ora) contro una squadra ancora più forte come il Napoli.
In questo lungo percorso di rinascita, iniziato con l’arrivo di Vincenzo Italiano, ci saranno altre giornate storte come quella di Torino o come l’ultima di campionato contro la Lazio
Ci saranno altri problemi da risolvere, altri ostacoli da superare e per capirne la ragione forse basta ricordare da dove arriva la Fiorentina. Mai dimenticare il passato. Però dentro questo processo c’è tanto di buono, di ben fatto, di ben costruito. Certo, la cessione di Vlahovic è stato un brutto colpo per la squadra e per l’allenatore. Pensare alla semifinale con la Juve col serbo sempre in viola farebbe un altro effetto. Ma quei trecento che giovedì sera erano a Peretola hanno scoperto un’altra squadra. E l’hanno amata subito, con lo stesso orgoglio e la stessa passione. Succede quando Firenze incontra la Fiorentina.

Di
Redazione LaViola.it