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Rassegna Stampa

Poesio su CorFio: “Rilancio o resa? Adesso tocca a Commisso”

Commisso

La riflessione del noto giornalista sul Corriere: “Serve spiegare cosa sta succedendo e cosa è successo dallo scorso giugno a oggi”

Un baratro di cui non si riesce a vedere la fine. La Fiorentina di Rocco Commisso, Stefano Pioli, Alessandro Ferrari e (fino a sabato) Daniele Pradè continua a precipitare senza paracadute e, francamente, al momento non si vede proprio chi degli attuali attori di questa farsa possa invertire una caduta libera che ha pochi precedenti nella quasi centenaria storia viola. Non sarà stato certo questo il segno che Commisso avrebbe voluto lasciare nell’anno che conduce alla centesima candelina. La situazione attuale però impone al patron italo-americano, arrivato sette anni fa con tanto di bandiera a stelle e strisce colorata di viola tra fumogeni e osanna, di riapparire e riprendere in mano il timone di una nave che naviga alla deriva con scogliere minacciose sottovento. Lo scrive Ernesto Poesio sul Corriere Fiorentino.

ENNESIMA PRESTAZIONE IMBARAZZANTE. La sconfitta contro il Lecce non è solo la quarta in casa su cinque partite giocate, ma anche lo specchio di una squadra che sostanzialmente non esiste. E che nemmeno davanti a quella che ormai è una diretta concorrente per la salvezza dimostra la voglia di tirarsi fuori dalle sabbie mobili che stanno inghiottendo tutto ciò che in questi sette anni è stato seminato. Evidentemente male. Una prestazione, l’ennesima, tra l’imbarazzante e l’irritante, almeno quanto le consuete scenate del giocatore che, da capitano, dovrebbe rappresentare l’ultimo baluardo a cui aggrapparsi.

APPIGLI. Di appigli non se ne vedono. A partire da una società ridotta sempre più all’osso quasi fossimo nei dieci piccoli indiani di Agatha Christie e che alla vigilia della delicata gara di ieri è rimasta priva del direttore sportivo, cioè di colui che dopo l’ennesima sconfitta avrebbe dovuto guidare la successione di Pioli, ormai delegittimato dal campo e incapace di sbrogliare una matassa che lui stesso ha contribuito a creare con scelte incoerenti, valutazioni errate e toppe che molto spesso sono state peggio del buco.

STALLO. Stallo totale, quindi. Ogni scenario a questo punto diventa possibile, perché i primi a non avere ben chiaro l’orizzonte sono proprio coloro che devono scegliere la strada da percorrere. Una situazione assai pericolosa per il futuro sportivo e non solo del club. Sia fuori sia dentro il campo — quel Franchi che tra pali e pezzi di cemento incornicia in modo tristemente perfetto la crisi senza fine — la Fiorentina sta probabilmente vivendo uno dei momenti più incerti e difficili della propria storia recente. Si respira aria di smobilitazione, sfiducia, quasi rassegnazione.

ROTTA. Per questo solo Rocco Commisso può indicare la rotta. Lo deve fare all’interno della società, ma anche alla città con cui serve la massima chiarezza. Serve spiegare cosa sta succedendo e cosa è successo dallo scorso giugno a oggi. Dalle dimissioni improvvise di Palladino che hanno lasciato un solco che la società (per orgoglio o forse ripicca) ha sottovalutato, fino alla disastrosa situazione attuale. Ma serve anche spiegare quale futuro la proprietà si immagina per questa società e per questa squadra. Perché in questa stagione con tutta probabilità non ci sarà più una qualificazione in Conference a fare da paravento e specchietto per le allodole. Verrà l’ora di un nuovo forte rilancio o quello della bandiera bianca? Altre strade non sembrano esserci. Aspettiamo risposte.

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