Con la stagione ufficialmente terminata è tempo di bilanci in casa Fiorentina. Via al consueto pagellone di fine anno
Stagione ufficialmente finita, è tempo di bilanci e voti in casa Fiorentina, tornata in Europa dopo anni di assenza:
DRAGOWSKI, VOTO 5 I punti deboli sono rimasti tali e quali: le uscite e il gioco coi piedi. Se nella passata stagione era stato comunque tra i migliori, portando alla salvezza la Fiorentina, quest’anno è partito coi gradi di titolare per poi finire a fare stabilmente l’alternativa. Male subito all’esordio, a Roma, con un rosso per un’uscita sbagliata su Abraham, malissimo anche a Napoli in Coppa Italia, tra rinvii sbagliati e rosso rimediato per un’altra uscita mal calcolata. Il tutto coronato dalla pessima prestazione con la Juventus nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, con tanto di uscita sbagliata. Bene contro l’Atalanta al Franchi in campionato o a Udine all’andata e poco altro di positivo da ricordare.
TERRACCIANO, VOTO 6.5 A tratti San Pietro, in altri quasi inoperoso, nel finale di stagione così così. Decisivo in partite come quella contro l’Atalanta a Bergamo all’andata in Serie A o con l’Inter a San Siro, sicuro nelle uscite per gran parte della stagione, con qualche errore pagato a caro prezzo come con l’Udinese nello 0-4, col Milan a San Siro, con l’Empoli all’andata, con la Juve a Torino all’andata. Nel complesso sufficiente.
ROSATI, S.V. Come uomo spogliatoio meriterebbe 10. E’ sempre stato sul pezzo, per quanto fosse solamente il terzo portiere. Una sola presenza all’attivo, in Coppa Italia col Benevento, in cui fu determinante in almeno 2-3 circostanze.
ODRIOZOLA, VOTO 6.5 Un paio di prestazioni negative, come con l’Udinese in casa o a Venezia, diversi limiti in fase difensiva, ma una spinta costante e di grande livello in fase offensiva. Quanto sia mancato nel finale di stagione lo si è visto quando è rientrato a Salerno, con un assist a Saponara dopo una bella giocata sulla corsia, assieme ad altre discese culminate con un suggerimento importante, come con lo Spezia al Franchi in un gol da videogame con tanto di tacco di Saponara. Per lui anche 1 gol, al Genoa.
VENUTI, VOTO 6 La sfortuna lo ha visto artefice dell’autogol che ha indirizzato la doppia sfida con la Juventus in Coppa Italia, con qualche altra prestazione insufficiente ma tanta determinazione e caparbietà di andare oltre i propri limiti, con l’attaccamento alla maglia che solo un fiorentino e un tifoso della Fiorentina possono avere.
BIRAGHI, VOTO 6,5 5 gol, 2 assist e tanti km macinati sulla fascia sinistra. Gol belli su punizione, come con il Genoa, ma soprattutto a Bologna, quello a Napoli in Coppa Italia, il tracciante deviato in rete da Gonzalez con l’Empoli. Qualche cross sbagliato di troppo, qualche limite nella fase difensiva e qualche lettura sbagliata, come sul gol di Bernardeschi in Coppa Italia, su Cuadrado in Coppa Italia e all’andata e in qualche altra circostanza. Nel complesso bene, con ancora aspetti da migliorare.
TERZIC, S.V. Poche occasioni per mettersi in mostra, ma quando è subentrato raramente è andato bene. In totale ha messo a referto 15 presenze, di cui solo 1 dal 1’, col Verona, quando servì a Castrovilli l’assist per il gol del pareggio.
NASTASIC, VOTO 5 Un po’ per problemi fisici e carta d’identità, un po’ per limiti tecnici, ha finito per collezionare solamente 6 presenze tra Serie A e Coppa Italia. Malissimo con la Lazio in casa, male anche a Napoli in Coppa Italia.
MILENKOVIC, VOTO 6,5 Qualche giornata no e qualche picco, ma nel complesso più che sufficiente il rendimento del centrale viola. Suo il primo gol della Serie A 21-22 della Fiorentina, fondamentale la rete segnata allo scadere contro l’Atalanta in Coppa Italia. Perderlo in chiave futura potrebbe essere motivo di rimpianto.
IGOR, VOTO 7,5 E’ stato il calciatore ad aver evidenziato i maggiori progressi rispetto al punto di partenza assieme ad Amrabat. Ad inizio stagione, dopo aver guardato spesso giocare titolare Quarta e Milenkovic, ha scalato le gerarchie giocando partite a livelli altissimi. Un paio i passaggi a vuoto, su tutti a Salerno. Cresciuto tantissimo nella lettura del gioco, nella marcatura, nella concentrazione e nell’impostazione. Riuscire ad esprimersi sempre al massimo è qualcosa su cui deve ancora lavorare.
QUARTA, VOTO 5,5 Bene a inizio stagione, poi in costante regressione. Malissimo col Sassuolo, male a Bergamo in Coppa Italia, male col Torino e in altre occasioni in cui ha commesso sempre i soliti errori: irruenza e foga, assieme ad una anarchia tattica e ad una lettura della fase difensiva spesso sbagliata erano i suoi difetti quando è arrivato in Italia e tali sono rimasti. Tanto che dopo aver iniziato la stagione da titolare è finito presto dietro a Igor nelle gerarchie. Nelle ultime 11 giornate è rimasto a guardare 8 volte, giocando titolare solo una volta, nello 0-4 contro l’Udinese. 1 gol segnato, al Napoli, all’andata.
AMRABAT, VOTO 6.5 Era sul mercato la scorsa estate, ancora di più a gennaio. Difficile il suo avvio di stagione, con prestazioni incolore e tanti limiti. Malissimo a Venezia e in vari subentri, con la serata di La Spezia segnata da un grave errore e dal gol vittoria. Poi la svolta. Molto bene col Napoli, contro il Milan, con la Roma e con la Juve. Con qualche limite, chiaro, ma anche tanti passi in avanti.
TORREIRA, VOTO 7,5 5 reti, 3 delle quali decisive nel momento decisivo. Se la Fiorentina è rimasta fino al termine del campionato in lotta per l’Europa lo deve anche a Torreira. Sua la firma sull’1-1 con l’Inter, sull’1-0 col Bologna e col Venezia, in un momento in cui la formazione viola faceva una fatica immensa a trovare la via del gol. Per chiudere in bellezza un rigore procurato con la Juve, un dente lasciato a San Siro, quantità e qualità.
MALEH, VOTO 6 Partenza sprint, con una maglia da titolare all’esordio in Serie A, poi un buon bottino di subentri fino al momento d’oro vissuto sul finale di 2021, con gol a Bologna, alla Salernitana e a Napoli in Coppa Italia a gennaio. Assieme a ciò anche qualche giocata determinante in fase offensiva, anche se sul finale di stagione è calato.
DUNCAN, VOTO 6,5 Altro elemento rigenerato da Italiano. Già a inizio stagione si mise in luce con quel recupero prontamente scaricato su Bonaventura che servì Vlahovic per il gol del 2-0 al Torino, con diverse prestazioni sopra le righe, 2 gol pesanti a Milan e Juventus, 2 assist per Vlahovic col Milan e con la Salernitana. Diversi anche gli errori, tra cui quel gol nel finale col Verona, ed altre prove opache nel finale di campionato.
BONAVENTURA, VOTO 7 Un girone d’andata superlativo, con inserimenti, gol e assist. Poi un calo, una lunga assenza per infortunio e un finale ad ottimi livelli. A segno col Genoa, assist per Vlahovic col Torino all’andata, gol alla Salernitana, rigore procurato a Bergamo, rigore procurato a Udine, doppio assist con la Samp al Franchi, assist col Genoa al ritorno, gol con la Roma e tanta quantità e qualità. Il rosso col Sassuolo un episodio, assieme a qualche gol sbagliato non da Bonaventura. Bottino più che positivo.
CASTROVILLI, VOTO 6 Inizio in salita, con un infortunio pesante a Genova, una ripresa difficile e diverso tempo che gli è servito per entrare in sintonia tecnico-tattica con Italiano. Poi la crescita, evidente, importante, fino al nuovo grave infortunio che lo terrà fuori dai campi per ancora diversi mesi. Per lui 1 gol all’attivo e 2 assist. E un grosso in bocca al lupo.
KOKORIN, VOTO 4 E’ sembrato essere un calciatore solamente nei pochi minuti giocati a Napoli. Poi malissimo nelle altre pochissime occasioni in cui Italiano lo ha mandato in campo, come col Benevento in Coppa Italia. 125’ totali messi a referto dal russo, che aveva iniziato il campionato come ‘vice-Vlahovic’, risultando col passare dei mesi uno dei più grandi flop recenti della storia della Fiorentina.
CABRAL, VOTO 5 Il gol al Maradona resta una perla da vedere e rivedere. Esclusa quella rete, un paio di zampate con Sassuolo e Bologna (gol assegnato a Torreira), e un altro paio di occasioni, come col Milan a San Siro o con la Lazio all’esordio. Spesso pesce fuor d’acqua nel gioco della Fiorentina, per movimenti e posizionamenti. Non gli arrivano palloni? Vero. Non è bravo a farsi dare il pallone? Altrettanto. Da capire se e come, potendo lavorare in ritiro piuttosto che arrivando a stagione in corso, possano migliorare entrambi gli aspetti.
PIATEK, VOTO 5,5 Ha fatto il suo, soprattutto quando si è trovato pronti-via a dover sostituire Vlahovic. Gol al Napoli e doppietta a Bergamo in Coppa Italia, gol da tre punti con l’Atalanta in Serie A, gol col Verona e gol con lo Spezia. In mezzo a tutto ciò interi spezzoni di partita senza strusciare il pallone, chiudendo con solamente 23 conclusioni in metà campionato in Serie A in 735’ (1 tiro ogni 32’). Dopo essere stato per settimane e settimane il titolare è finito dietro nelle gerarchie a Cabral, forse più per esigenze societarie (Cabral è di proprietà, Piatek no) che per meriti o demeriti. Chiude la sua esperienza in viola con 6 reti in 18 presenze totali.
IKONE, VOTO 5 Se all’inizio della sua avventura a Firenze sprecava troppo sotto porta, come con Inter, Sassuolo e Juventus in Coppa, per quanto avesse mostrato buone doti in progressione, dribbling e velocità, con l’aumento del minutaggio e delle presenze è andato regredendo piuttosto che a crescere. Impalpabile in diverse partite, con tanti passaggi all’indietro e pochi guizzi. Resta a referto il gol segnato a Napoli, unico acuto del francese, assieme all’assist per Torreira col Genoa e a quello per Maleh a Napoli in Coppa Italia.
SOTTIL, VOTO 5,5 Avvio di stagione così così, poi un’accelerata importante tra novembre e febbraio, quindi un nuovo passo indietro. 4 reti e 2 assist il bottino dell’esterno viola, ancora nel limbo di coloro che devono compiere il salto di qualità (sempre che lo abbia davvero nelle corde).
GONZALEZ, VOTO 6.5 8 gol stagionali, 7 in Serie A e 1 in Coppa Italia, alla prima in Italia, possono essere considerati un buon inizio. Ci si attendeva di più? Sì. Aver dovuto saltare un mese di stagione in un momento in cui stava facendo per via del Covid-19 può averlo limitato? Sì. I viaggi in SudAmerica in un anno particolare con tre gare a sosta possono avere influito? Sì. Ha fatto la differenza? A tratti. Come a Bologna, quando mise lo zampino su tutti i gol dei viola, come a Napoli con gol e assist, come col gol da tre punti con l’Empoli. Tante le cose su cui migliorare, come la cattiveria sotto porta, il tiro ed anche la gestione delle energie. Con 6 assist chiude nella top 20 della Serie A.
SAPONARA, VOTO 6,5 Altro calciatore rigenerato dalla cura Italiano. La tecnica c’è sempre stata, mancava un pò di fiducia e continuità. 3 gol, bellissimi, come quello al Milan, quello col Genoa a Marassi e con la Salernitana, svariate giocate vincenti, come quella volante per Bonaventura a Marassi col Genoa, l’assist per Gonzalez col Cagliari e quello col Sassuolo per Cabral, e la certezza che avere un calciatore così in rosa può essere un grande valore aggiunto.
CALLEJON, VOTO 5 A inizio stagione ha fatto spesso il titolare, non brillando particolarmente ma mettendoci tutto l’impegno del mondo per soddisfare le richieste tattiche di Italiano. Per lui un gol alla Samp, 1 assist per Vlahovic a Empoli e con lo Spezia. Col passare della stagione è diminuito lo spazio, così come è apparso spesso evanescente quando chiamato in causa.
ITALIANO, VOTO 8 22 punti in più rispetto all’anno scorso, con una rosa che per lunghi tratti era la stessa che si era salvata a fine campionato, sono già di per sé la fotografia del lavoro svolto da Italiano. Elementi come Torreira, Odriozola e Gonzalez hanno fatto il resto. La Fiorentina ha ritrovato una sua identità di calcio, ha divertito per lunghi tratti della stagione, facendo 41 punti in casa (meglio ha fatto solo l’Inter), con vittorie esaltanti come quella di Napoli, quella col Milan in casa, prestazioni di livello come con Sassuolo (andata e ritorno), con l’Inter, e a sprazzi anche in alcuni ko come in casa con Inter e Napoli, con primi tempi da applausi. Nonostante la perdita di Vlahovic, autore di 17 gol in metà stagione, Italiano ha mantenuto più o meno lo stesso rendimento, valorizzando tanti elementi che l’anno scorso erano stati bollati come esuberi e soprattutto centrando la qualificazione in Europa. Tanti gli aspetti su cui si può ancora crescere e migliorare, ma viste le premesse…sono molti di più pregi e meriti.
SOCIETA’, VOTO 6 Aver preso Italiano dopo il caos Gattuso è un merito, così come l’aver allestito una rosa che ha raggiunto assieme al suo allenatore l’Europa partendo da due salvezze risicate. Aver venduto Vlahovic a metà stagione ha permesso al club di incassare svariati milioni, fin qui mal reinvestiti con gli innesti di Ikoné e Cabral, e ha complicato un cammino che avrebbe potuto concludersi con un piazzamento in zone ancora più alte di classifica. Quest’estate dirà se questa annata sarà stata solo un punto di partenza, oppure no.
Di
Gianluca Bigiotti