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La scelta di cuore e le aspettative, poi l’amara realtà: Gollini già ai saluti, vuole giocare

Si aspettava di poter essere titolare, ma Italiano ha puntato ancora su Terracciano. Pradè ha fatto capire che l’addio a gennaio è possibile, ma le soluzioni sono poche

“È molto emozionante tornare qua: l’ultima volta avevo 15 anni, ne sono passati 12 ma certe emozioni non te le scordi. Essere qua è come chiudere un cerchio nella mia carriera. C’erano anche altre squadre, ma la mia volontà era di venire a Firenze. Avevo voglia di una sfida speciale, importante, anche a livello emotivo, quindi credo che la Fiorentina sia l’occasione giusta per me, a livello tecnico e sentimentale. Non volevo una maglia o una piazza qualunque, per me Firenze è questo”. Parlava così Pierluigi Gollini a metà luglio, quando con il suo ritorno alla Fiorentina si aspettava di aprire un nuovo ciclo della sua carriera. Nel 2012 se ne andò, ragazzino, facendo infuriare Corvino e la dirigenza viola, quando decise di sbarcare a Manchester, sponda United. Poi Verona, Aston Villa, gli anni all’Atalanta, l’esperienza al Tottenham. Quindi di nuovo Firenze. Ma anche la seconda parentesi in riva all’Arno rischia di essere molto più breve del previsto.

LE ASPETTATIVE. Una scelta di cuore, quella di Piergollo. Deciso a rilanciarsi dopo i rapporti tesi con l’Atalanta (“Il mio addio all’Atalanta non è stata una scelta tecnica, ma semplicemente dei motivi personali con una persona“) e l’annata al Tottenham, dove la presenza di Lloris era troppo ingombrante per cercare di rosicchiare minutaggio in Premier (10 presenze totali, ma tutte nelle coppe): “Sono il portiere italiano con maggior presenza nelle competizioni europee degli ultimi anni. Ho fatto tanta esperienza all’Atalanta, sono cinque anni che gioco in Europa, negli ultimi anni ci siamo sempre qualificati in Champions quindi non è che se un anno ho fatto 10 partite al Tottenham ho smesso di giocare. Sono in Nazionale da 3 anni: credo che il mio valore sia quello e l’ho dimostrato con i fatti. Sono qui per dimostrare  che sono il giocatore degli ultimi 4-5 anni”, disse con orgoglio in estate.

RISERVA. Arrivato in prestito con diritto di riscatto a circa 8 milioni, anche la Fiorentina ci puntava per aprire un percorso insieme, dopo tutta un’estate a valutare diversi profili di portieri (da Vicario in giù). Ma il campo ha detto altro. Perché Italiano si è sempre affidato (e fidato) a Terracciano, portiere che già conosceva le sue dinamiche di gioco. Nel controllo della difesa, nel gioco con i piedi. E così per Gollini ci sono state sì le prime 3 presenze iniziali in Serie A, ma perché Terracciano nell’alternanza dell’allenatore era nel frattempo impiegato nel decisivo playoff di Conference contro il Twente. Poi, approdati ai gironi, Terracciano è tornato il titolare (vero) in campionato, mentre a Gollini è rimasto il girone europeo. Occasioni però non sfruttate per provare a ribaltare le gerarchie, con quell’erroraccio contro il Basaksehir a Istanbul che di fatto ha dato avvio alla rincorsa viola nel girone. Poi in difficoltà, Piergollo, anche al ritorno con i turchi, prima che Jovic ribaltasse tutto. E in generale un senso di poca sicurezza trasmessa alla squadra dopo gli episodi negativi.

SCONTENTO. Poi pure qualche acciacco e diverse panchine in serie. Ora il mercato all’orizzonte, con la parentesi Fiorentina-bis che potrebbe già chiudersi. “Il ragazzo vuole giocare: quando è arrivato gli abbiamo fatto un discorso molto chiaro, abbiamo detto che si sarebbe giocato il posto con Terracciano. Il mister ha scelto Terracciano, in questo momento gioca lui. Se vuole giocare deve fare qualcosa in più. In questo momento, se non è soddisfatto cercheremo di trovare una soluzione insieme”. Parole chiare, quelle di Pradè, che ha fatto capire come la Fiorentina non terrà per forza chi non è contento e vuole andare a giocare. Gollini, come Zurkowski, come altri. Gollini, in fondo, si sente un titolare, lo ha fatto capire anche quando è arrivato. Non si aspettava di essere una riserva, un ruolo che già gli andava stretto al Tottenham, dove pure era secondo di un portierone come Lloris.

PORTE CHIUSE. Le strade quindi si potrebbero separare in anticipo rispetto al prestito annuale fissato in estate. Ma in Serie A quali sono le possibili mete per Gollini? Un portiere che sicuramente ha tutto per rilanciarsi, ma le porte sono chiuse più o meno ovunque. Soprattutto nelle piazze di medio-alta classifica, a cui potrebbe ambire. Si è parlato di Bologna, dove c’è il suo ex ds Sartori, ma difficile che i rossoblù vadano ora alla rottura con Skorupski, portiere con cui hanno rinnovato ad agosto fino al 2025. Più facile la prossima estate, così come altre destinazioni come Empoli (Vicario destinato ad una big). Al Torino, che aveva cercato di prenderlo in estate, difficile ora prendere il posto di Milinkovic-Savic, tornato a buoni livelli e titolare anche al Mondiale con la Serbia. Mentre Monza è sì una piazza ambiziosa, ma Di Gregorio, portiere della promozione, ha mandato in panchina a sorpresa anche Cragno. Insomma, in Italia non è così semplice trovare sistemazione subito (ci può essere lo Spezia, che sta valutando l’infortunio di Dragowski), forse più facile all’estero, ma a metà anno è sempre complicato per un portiere.

SOLUZIONE INTERNA… ANCHE PER LA LISTA? E per la Fiorentina? Si è parlato di Cragno, fiorentino e vecchia idea dei dirigenti viola. Ma anche lui vorrebbe venir via da Monza per giocare: a Firenze non avrebbe certo il posto garantito, anzi, rischierebbe di restare ancora un’alternativa. Una soluzione potrebbe alla fine anche essere interna, con la promozione di Cerofolini a secondo portiere e della baby promessa Martinelli a terzo. Una possibilità che libererebbe anche un posto prezioso nelle liste Serie A e Uefa.

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