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La rinascita di Arthur: ora Italiano non ne può più fare a meno

Il brasiliano in maglia viola è diventato subito un punto fermo del centrocampo

La nuova vita di Arthur Melo, alla ricerca di una nuova e definitiva maturità in fuga da Torino per ritrovare la felicità, scrive Repubblica ripercorrendo il suo arrivo alla Fiorentina. Estate 2023, squilla il telefono di Federico Pastorello. È il suo agente e trova dall’altra parte una Fiorentina decisa a proporre ad Arthur un nuovo progetto. Il brasiliano riflette ma non è pienamente convinto. Firenze è una piazza affascinante, stimolante e passionale. Ma è una scelta giusta? Il tecnico Vincenzo Italiano non ha dubbi: è lui il prescelto e ogni tentativo andrà pur fatto. Così chiede a Pastorello di passargli direttamente il giocatore e, al telefono, Italiano spiega quel che ha in mente per lui. Un calcio offensivo che Arthur dovrà in qualche modo equilibrare. Nessun dubbio sulla continuità, sul fatto che il brasiliano sia in grado di svolgere quel che il tecnico gli chiede.

E così sarà. Arthur accetta e Firenze lo accoglie con grande entusiasmo. Dodici presenze per il brasiliano che si mette a disposizione, inizia a dialogare col compagno del suo reparto: che sia Duncan o Mandragora. Si abbassa sulla linea dei difensori, ricerca il pallone. Nella Fiorentina, per precisione di passaggi effettuati, è il giocatore con la percentuale più alta (93%) sia in quelli in avanti che nei lanci lunghi dove a livello europeo è in assoluto uno dei migliori. Il talento, quello, rimane. Semmai andava spolverato, lucidato, per restituire al brasiliano una nuova luce.

Ora Italiano non ne può fare a meno e Arthur, numeri alla mano, risponde con grande gioia. A chi nutriva dubbi sulla sua condizione, a chi pensava che non avrebbe potuto reggere il peso del centrocampo viola. A chi, soprattutto, obiettava che con l’addio di Amrabat la Fiorentina avesse perso un riferimento determinante specie in fatto di presenza fisica. Italiano ha ovviato a tutto questo alzando Quarta a centrocampo e trovando un Duncan più concreto e abile non solo a spezzare il gioco avversario. Proprio quel che necessitava Arthur. Che è tornato a divertirsi con la sua corsa e le sue giocate adesso a mettere ordine, ora invece ad alzare il ritmo. È il suo mestiere e non c’è niente di meglio quando si è nelle condizioni per farlo al meglio.

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