La Fiorentina è sbocciata grazie a Palladino: numeri da Champions

Sorprendente crescita viola dopo il cambio di modulo voluto da Palladino in quell’ormai famoso intervallo di Fiorentina-Lazio

La Fiorentina è sbocciata in ottobre: sei vittorie su sei, 20 gol segnati, 4 subiti. Cifre inequivocabili. Prima, viveva nel mugugno continuo dei tifosi e degli addetti ai lavori. Si ricordavano gli 0-0 a Venezia e Empoli, il mezzo miracolo della qualificazione ai rigori in Conference contro la Puskas Akademia. Scrive La Gazzetta dello Sport.

Venivano sottolineati i problemi nel gioco, il difficile inserimento dei nuovi, gli equivoci tattici, il cui esempio più citato era la posizione di Biraghi come marcatore nella difesa con tre centrali. Nella fioritura dei viola va considerato il cambio di idea di Palladino, con il varo della linea difensiva a 4, ma non può essere l’unica spiegazione, anche se il 4-2-3-1 ha dato una posizione più consona a molti protagonisti.

L’allenatore, che prima del successo sul Milan sentiva più critiche che elogi, poi non ha più cambiato assetto di base, anche se nelle pieghe delle partite la disposizione è molto elastica. La Viola, un ko in 14 gare, in questo momento non mostra le falle difensive della Juve e non ha spinosi casi aperti come quello di Leao al Milan. Si diverte a giocare e a segnare, anche se a Genova si è fermata all’1-0.

Ma giovedì c’è stato l’assorbimento senza traumi del rimescolamento della formazione, perché se prima Palladino tendeva a riconfermare quasi gli stessi uomini, inconvenienti a parte, a Marassi fra necessità e scelta si è vista una squadra molto diversa, ma il risultato non è cambiato.

L’uomo in più è De Gea, se non altro per i prodigi più vistosi, basti vedere i due rigori parati al Milan. Ma Gosens, Kean, Colpani, Bove, Adli, per trattare altri nuovi acquisti, stanno mostrando una rendita soddisfacente. E Gudmundsson, fra infortuni e vicissitudine, non si è ancora visto a lungo, ma è stato decisivo contro Lazio e Milan.