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Insieme oltre il dolore: Italiano prende per mano la Fiorentina

Primo allenamento per i viola dopo la scomparsa di Joe Barone: discorso del tecnico viola insieme al capitano Biraghi

«Insieme». Soltanto così, facendosi forza a vicenda e trovando in chi ti sta accanto una mano da stringere, la Fiorentina può andare oltre il dolore e ripartire. Ancora una volta. Sembrava di esser tornati indietro nel tempo quando ieri, attraverso i propri profili social, la società viola ha mostrato al mondo le immagini del primo giorno di «normalità» dopo ore segnate prima dalla paura, e poi dalla consapevolezza di dover di nuovo fare i conti con la morte.

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Scrive il Corriere Fiorentino.

Si tornava al lavoro, al Viola Park

Il primo allenamento dopo la scomparsa del d.g. Joe Barone e certo non poteva essere una seduta come tutte le altre. Ed infatti, non lo è stata. Un grande cerchio, in mezzo al campo. I giocatori, Vincenzo Italiano, lo staff, il presidente Rocco Commisso, Daniele Pradè, Nicholas Burdisso, Alessandro Ferrari.

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Soprattutto, Camilla. La moglie del dirigente che ha perso la vita per il malore che l’ha colpito domenica, a poche ore dalla gara che si sarebbe dovuta giocare con l’Atalanta. Un lunghissimo e assordante minuto di silenzio, l’applauso e poi, perché in qualche modo bisogna andare avanti, di nuovo agli ordini del mister.

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Ed è stato proprio Italiano il primo a prendere la parola prima che l’allenamento iniziasse

«D’ora in avanti bisognerà scendere in campo pensando di dover giocare per il presidente. Di dover correre, per il presidente. Di dover vincere per il presidente». Questo, il senso del discorso di un allenatore che si trova davanti ad un’altra, complicatissima la prova.

La più difficile di una carriera che non smette di porlo davanti a nuove sfide. I dilettanti, la Lega Pro, la serie B, il primo campionato in A. E poi la salvezza da raggiungere, il salto in una piazza che vive e respira calcio 24 ore su 24 e che, soprattutto, gli chiedeva di tornare in alto.

E ancora l’Europa, la necessità di confermarsi, il percorso nelle coppe. Ogni anno, un gradino. Questo però, è uno sforzo che va oltre. Chi lo conosce assicura che per superarlo butterà sul lavoro quotidiano ancora più energia.

Del resto un allenatore non è (solo) un insegnante di calcio. È la guida di un gruppo. E se in questi due anni e mezzo le sue idee e la sua ambizione sono state l’appiglio al quale la squadra si è sempre aggrappata nei momenti difficili stavolta sarà fondamentale soprattutto il fattore psicologico.

Sarà ancor di più il mister insomma il punto di riferimento e, con lui, Cristiano Biraghi

Dopo il tecnico è stato proprio il capitano a parlare, nel suo caso, il senso del discorso è stato molto simile a quello che aveva già scritto su Instagram un paio di giorni fa. C’è una promessa fatta a Barone da mantenere e non è difficile immaginare quale sia.

La stessa, tra l’altro, fatta a suo tempo a Davide Astori: riportare una coppa a Firenze. Per questo ha spronato i compagni a mettere lo stesso impegno e la stessa feroce determinazione che il d.g. metteva nel lavoro. Certo servirà ancora un po’ di tempo per superare lo choc e l’allenamento di ieri da questo punto di vista è stato durissimo.

Pian piano però, stando il più possibile insieme, la Fiorentina dovrà trovare la forza. C’è un Europa da riconquistare, e due coppe da portare in fondo.


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