Nessun ripensamento da parte del tecnico, la scelta era stata condivisa con il dg prima della trasferta di Bergamo
Italiano a fine stagione lascerà la Fiorentina, non cambierà idea, non tornerà su una decisione presa in pieno accordo e armonia con Joe Barone. Ci ha pensato a lungo, ne ha parlato con Rocco Commisso, ma in fondo è giusto così. La tragedia non può cancellare o modificare quello che l’allenatore e il direttore generale avevano ampiamente capito e si erano detti con franchezza al Viola Park, un sabato mattina pieno di sole appena dieci giorni fa, prima di partire per Bergamo: il ciclo è finito. Tornare indietro avrebbe poco senso, non allevierebbe il dolore e il lutto, non aiuterebbe la squadra. E calcisticamente avrebbe poco senso, scrive La Gazzetta dello Sport.
MOTIVAZIONI. Non lo vorrebbe neppure Joe Barone, che di Italiano aveva una grande stima e lo avrebbe riconfermato a vita, ma aveva perfettamente capito che a Firenze ormai aveva dato il massimo e che dopo tre anni sentiva, e sente, il bisogno mentale, ma anche fisico, di rifare il pieno di motivazioni ed energie. Aveva e ha bisogno di rimettersi in gioco con un altro gruppo, un’altra squadra. Quel sabato mattina si era chiuso con una stretta di mano, un lungo abbraccio fra due persone che all’inizio non sembravano fatte l’una per l’altra, ma che poi lo sono diventate con un obiettivo comune: far crescere la Fiorentina.
IL PATTO. Sono stati anni belli, comprese le due finali dopo sessant’anni. E Joe Barone ne era orgoglioso al punto di aver annunciato a Italiano l’idea di voler organizzare un addio simile a quello fra Liverpool e Klopp, vecchi amici che cambiano strada, ma resteranno sempre amici. Quel sabato Barone e Italiano avevano fatto anche un altro patto: dare tutto negli ultimi mesi per chiudere alla grande il ciclo e regalare un trofeo a Rocco Commisso. C’era una voglia enorme quel sabato, la Fiorentina era partita per Bergamo per andare a vincere e poi puntare alla Coppa Italia, alla Conference League. Poi ci s’è messo di mezzo il Destino, quello peggiore. Ora quel patto è stato rilanciato, fra le lacrime e con il cuore in gola, con un cerchio magico apparso come d’incanto nei giorni scorsi sul campo del Viola Park. Tutti insieme, stretti mano nella mano, allenatore, giocatori e dirigenti, vogliono unire le forze per dedicare ancora qualcosa, questa volta a Barone.
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Redazione LaViola.it