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Dragowski: “Castrovilli ha le potenzialità per giocare in grandissime squadre”

Le dichiarazioni dell’estremo difensore polacco in vista della ripresa del campionato

Il portiere della Fiorentina, Bartłomiej  Dragowski, ha parlato al portale newonce.sport:

RIPRESA DEL CAMPIONATO. “Sarà difficile giocare ogni tre giorni. Se durante la quarantena ti sei allenato, il tuo corpo dovrebbe sopportare il carico di fatica. Sarà una sfida anche per la testa, perché giocheremo senza tifosi, dovremo essere concentrati ancora di più. Alla fine della partita contro l’Udinese era mentalmente sfinito, ho dovuto cercare la concentrazione e gli stimoli”.

CONCENTRAZIONE DURANTE LA PARTITA. “Quando giochi una partita con un sacco di interventi, puoi entrare in una sorta di trance. Ci sono giorni in cui pari tutto. Non posso spiegarlo, ma la porta sembra più piccola, sei più veloce e la palla va più lentamente. Hai l’impressione che anche se ti fermassi, la palla ti colpirà. Sento qualcosa del genere a volte durante la partita. In Italia, la tattica è così ampia che anche se sei un portiere, stai pensando a cose che sembrano essere irrilevanti. Sai che tutti stanno analizzando tutti e anche quando cambi posizione a pochi metri, ti chiedi come il tuo avversario cosa farà. Il calcio in Italia è come una partita a scacchi. Ogni piccolo errore può rivelarsi in un disastro. Sono stato in grado di sviluppare un certo modello comportamentale durante le partite in cui non vengo impegnato molto,  grazie alla collaborazione con lo psicologo Damian Salwin, so cosa fare per non perdere questa concentrazione. Ad esempio, abbiamo un esercizio che faccio prima della partita, imitando il comportamento di una persona che entra in una stanza buia”.

MODELLI. “Ammiro Ederson, ma so che non sarò mai come lui, soprattutto a livello tecnico. Tuttavia posso studiarlo come si comporta in situazioni particolari. In passato non mi piaceva il modo di difendere di Donnarumma, ma col passare del tempo ho cambiato idea. Gli è stato insegnato, fin da quando era piccolo, a giocare coi piedi. Si vede dal modo in cui inizia l’azione. Fino a quando non avrà sviluppato questi automatismi, non li userò nei momenti difficili”.

VLAHOVIC. “È un grande attaccante. Quando giocammo contro la Sampdoria, Bereszynski mi chiese se fosse veramente un classe 2000 perché, secondo lui dimostrava di avere già tanta esperienza. Ha una determinazione straordinaria e tanta voglia di crescere. Spesso resta mezzora in più in campo per calciare. L’allenatore dei portieri non mi fa stare con lui, mi dice di rientrare negli spogliatoi”.

CASTROVILLI. “Ho giocato con lui anche in Primavera. Ha tecnica, controllo di palla, visione di gioco: ha tutto. Forse deve migliorare nel tiro. A volte gli piace passare la palla ai bambini che stanno in tribuna anziché centrare la porta. Penso che abbia le potenzialità per giocare in grandissime squadre”.

RIBERY. “Ragazzo fantastico. Giocatore di alta classe. Ci dà sempre consigli. Quando è arrivato, non sapevo cosa aspettarmi. All’inizio non credevo che un giocatore delle genere potesse venire da noi. Ero convinto che ci stessero prendendo in giro. Ha un impatto sorprendente sugli altri”.

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