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Rassegna Stampa

Davide scansava le frasi fatte. Leader diretto e sincero. Ora unisce Firenze

Davide Astori

Era così interessante parlare con Davide, un non-calciatore nel cervello, lui che scansava le frasi fatte e gli approdi semplici per andare diritto laddove gli altri fiutavano il pericolo di rappresaglie, o di multe, perché la società avrebbe potuto non gradire. Così scrive La Nazione. Lui, in termini tecnici, se ne fregava: «Serve un nucleo forte formato da italiani, un gruppo intorno al quale costruire lo spirito di squadra». «Noi calciatori italiani viviamo il calcio nello stesso modo tutti i giorni, gli stranieri hanno un approccio diverso. Tante lingue arricchiscono lo spogliatoio, ma l’unità è importante». Fino all’ultima, recentissima uscita dopo la visita di ADV nel ritiro di Bologna: «Ho detto al presidente che la presenza dei Della Valle per noi non è un optional».

Diretto, sincero. Anche troppo? Mai. Nessuno aveva il coraggio di rinfacciare a quel giovane così schietto uscite ‘politicamente’ fuori dalle righe. Un uomo che amava Firenze. Un giocatore della nazionale che è rimasto nell’anno della smazzata quando tutti i più forti se ne sono andati. Davide amava la Fiorentina, non era mai stato sereno come ora perché intravedeva la possibilità di ricostruire qualcosa ripartendo dal ‘nucleo forte’ che gli stava a cuore. Concetto amatissimo. Si sentiva apprezzato, seguito dai compagni e rispettato dalla società. Aveva accettato di ridiscutere il rinnovo senza aumento d’ingaggio – caso unicissimo – nonostante il suo status di nazionale. Se potesse ascoltarci, e siamo sicuri che in qualche modo ci riuscirà, Davide sarebbe orgoglioso di quanto sta riuscendo a fare: riunire Firenze. Grazie ancora, Capitano.

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