Le dichiarazioni dell’ex direttore sportivo viola
Il responsabile dell’area tecnica del Lecce, Pantaleo Corvino ha parlato a Sportitalia: “Tre colpi più importanti della carriera? Miccoli a Casarano preso a 12 anni e diventato un protagonista del calcio italiano, nel Lecce ti dico Lucarelli e Vucinic, a Firenze posso dire Luca Toni”.
FIORENTINA. “Ho vissuto 10 anni a Firenze e mi dispiace tanto vedere la Fiorentina in difficoltà, per la società, per la città, per la tifoseria e per la squadra. Sono molto legato alla tifoseria perché mi hanno fatto sentire come a casa. Lecce è la Firenze del sud. Nella vita come nello sport dopo la tempesta c’è sempre la quiete. Spero che la Fiorentina possa uscire il prima possibile da questa situazione. Domenica sono stati 3 punti preziosi fuori casa, come a Parma. La squadra ha trovato i suoi equilibri e abbiamo fatto una grande prestazione, stiamo raccogliendo punti che ci servono. Quest’anno abbiamo fatto tanto, ma le altre che lottano per la salvezza hanno fatto molto più di noi. Ogni anno vengono dalla Serie B società, fondi e proprietà molto ricche, e per società come la nostra è sempre più complicato, nonostante la passione che ci mettiamo. Noi ci siamo dati un modello e lo portiamo avanti”.
MIGLIOR CORVINO. “E’ il miglior Corvino di sempre? Il presidente mi ha dedicato le 300 partite in Serie A col Lecce nella vittoria contro la Fiorentina. Questo mi inorgoglisce e anche quando esprime delle considerazioni. Lui mi ha visto in questi 5 anni andando dalla B alla A, con uno scudetto Primavera e una semifinale persa ai rigori: mi ha visto dare il meglio in questi 5 anni. Mi avesse visto a Firenze prendendo una squadra che si era salvata all’ultima giornata dove i primi 4 anni sono stati di Champions League, con un terzo posto senza la penalizzazione di calciopoli: fare 56 gare tra Champions ed Europa League di cui una semifinale…Anche a Firenze ho dato tanto e il meglio!”.
SCUDETTO. “Ho detto che mi manca nella mia carriera, ma in quegli anni di Champions con la Fiorentina ho avuto due treni per lottare per lo scudetto con due club importanti. Non ho voluto salire su quel treno perché la famiglia Della Valle mi dava tanta stima e fiducia. Lavorare a Firenze con i Della Valle era come lottare per lo scudetto”.

Di
Redazione LaViola.it