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CorSport – La prima Viola bella. Fagioli e quel lancio alla Rui Costa, Pioli riscopre Dzeko e Gud

La Conference al centro dei desideri della Fiorentina: un bel passo avanti, il miglior approccio e la qualità. Riprove con il Bologna

Tre a zero a Vienna, quarta vittoria di fila in Conference, che non è la Serie A, ma che la Fiorentina ha messo al centro dei suoi desideri. Un gol di Ndour (quasi involontario…), uno di Dzeko (bello), l’ultimo di Gudmundsson (molto bello) e soprattutto qualche giocatore ritrovato, o almeno così sembra. Tre su tutti: Dzeko, Fagioli e Gudmundsson. Se la Fiorentina è davvero guarita, se ha superato lo sbandamento delle prime settimane lo diranno solo il Bologna e l’Inter, le prossime avversarie del campionato. Per ora si può accontentare di questo passo in avanti, con una bella vittoria e alcuni spunti interessanti. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

TRACCE VIOLA. Dieci minuti e abbiamo cominciato a vedere le forme di una squadra che prima non era squadra. Dieci minuti di Fiorentina, i migliori di questa stagione, iniziati con due respinte sulla linea di porta di Ahoussou, centrale del Rapid, e chiusi con la rete di Ndour su tiro di Dzeko respinto male da Hedl. Il Rapid Vienna che stava di fronte ai viola non ha il loro stesso livello tecnico, ma nemmeno il Pisa e nemmeno il Cagliari, avversari contro cui la squadra di Pioli aveva denunciato difetti di ogni genere. Una partenza così convincente non si era mai vista sul fronte viola.

QUEL LANCIO. Poi un rallentamento, come se la Fiorentina volesse prendere coscienza di cosa aveva fatto in quella prima fase di partita: gli undici punti persi in situazione di vantaggio tolgono ancora certezze. Non aveva paura del Rapid, ma di se stessa. Doveva insistere sul ritmo, l’intensità e la tecnica, invece ha un po’ frenato senza però lasciare ai modesti viennesi neppure un’occasione. E poi, nell’ultimo quarto d’ora finale del primo tempo, rieccola brillante, sia a destra col giovane Fortini (eccellente il debutto da titolare in Europa) che a sinistra (arrembante Parisi). Ma su tutti abbiamo rivisto (ed era l’ora) la qualità di Nicolò Fagioli. Il gesto tecnico più bello della partita, prima del gol di Gudmundsson, è stato il suo lancio per Piccoli, messo davanti al portiere da un pallone che ha ricordato la grazia di Totti o, visto che la squadra è viola, di Manuel Rui Costa. Ma Piccoli non ha fatto Batistuta…

E POI DZEKO E GUD. Dzeko era la chiave del gioco viola con le sue mille sponde, quasi tutte ben fatte. Palla indietro e scatto in avanti, è andata così anche quando ha firmato il 2-0 in mezza girata dopo un cross di Fortini. Gudmundsson è entrato nell’ultimo quarto d’ora e finalmente si è visto il giocatore che Firenze aspetta da una vita, assist dipinto per Piccoli (altro errore) e gol da applausi, controllo di destro, tiro con la stecca di sinistro, palla nell’angolo. Vale lo stesso discorso fatto per la Fiorentina, se Gudmundsson (rinfrancato dalle ottime prestazioni con l’Islanda) è di nuovo il vero Gudmundsson lo diranno il Bologna e poi l’Inter. Pioli ci spera.

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