Scenario complicato da prevedere anche se i colleghi del Corriere dello Sport non escludono che Gonzalez e Gudmundsson posssano giocare insieme in viola
Chiamiamolo intrigo, ma s’era capito già a gennaio che lo fosse. Chiamiamola missione (im)possibile, ma anche questa è tutto fuorché una novità. Di sicuro è trascorso un altro giorno “senza” Albert Gudmundsson e non sarà nemmeno l’ultimo: anzi, alla Fiorentina andrebbe benissimo che ne trascorressero altri ancora se poi il punto d’arrivo per l’islandese fosse alla fine il Viola Park. Però, con Nico Gonzalez intanto “bloccato” a Firenze (da Commisso), non è più così scontato, anche se la correlazione tra le due questioni/trattative è meno stretta di quello che si potrebbe pensare, scrive stamani Il Corriere dello Sport-Stadio.
Ricapitolando forse una volta per tutte. La Fiorentina era tornata alla carica per Gudmundsson dopo il tentativo respinto al mercato invernale: sette milioni di prestito oneroso e diciotto di riscatto obbligato a determinate condizioni garantiti al Genoa, quattro anni di contratto a 2,2 milioni più bonus al calciatore che stavolta ha (aveva?) scelto Firenze senza indugi. Tutto abbastanza liscio e striscione d’arrivo quasi in vista (c’è sempre qualcosa che lo sposta un po’ più in là), fino a martedì della scorsa settimana, fino a che ha fatto irruzione l’Atalanta. Decisa, implacabile, senza barriere o freni: ventidue milioni subito più tre di bonus e Retegui da Genova ha preso la strada per Bergamo dove avevano bisogno di sostituire l’infortunato Scamacca. E il Grifone, chiaramente, ha messo la partenza di Gudmundsson in stallo non potendo perdere un altro big della squadra a stretto giro di posta.
Trascorse le prime ventiquattr’ore per così dire di disorientamento di fronte a uno scenario nuovo e imprevisto, il club viola non ha perso l’ottimismo di mettere finalmente le mani sull’islandese, forte di due opzioni che era certo avrebbero giocato a suo favore: l’apertura del calciatore, l’accordo virtuale con il Genoa che difatti si era subito messo a caccia di un sostituto del centrocampista-attaccante classe 1997. E aver saputo che lo stava trovando in Amine Harit del Marsiglia non faceva altro che dare forza alle aspettative della Fiorentina, ormai solo in cerca del momento propizio per trasformare le opzioni in certezze. Ma ormai è dimostrato che Gudmundsson-Fiorentina non sarebbe intrigo o missione (im)possibile se tutto filasse liscio, per quanto liscio sia aggettivo mal conciliabile con le trattative di mercato, e allora qualcosa d’improvviso o no è cambiato: quello che da ieri sta provando a fare il Genoa è una cosa ben diversa e precisa che butterebbe all’aria i programmi viola. Sollecitato dal tecnico Gilardino nell’esigenza di sapere su quali calciatori poter contare effettivamente, sta provando a trattenere Gud mettendolo al centro del progetto rossoblù con ovvio adeguamento economico del contratto. E allora lo stallo è diventato attesa per nulla serena in casa viola, seppur nella convinzione di avere sempre le carte giuste da giocare: bloccato Nico, aspettando Gudmundsson, magari con un colpo clamoroso per averli entrambi a Firenze. La strategia ora è questa.


Di
Redazione LaViola.it