Tre edizioni di Conference League e tre volte un’italiana in finale. Ora però i viola vogliono portare a casa la coppa
Un’altra finale. La terza in due anni, tra Coppa Italia e Conference, vero terreno di caccia delle squadre italiane visto da quando due anni è stata istituita la terza competizione europea ha sempre visto almeno un nostra rappresentante a giocarsi l’ultimo atto. E per il secondo anno consecutivo toccherà alla Fiorentina di Italiano l’onere e l’onore di fare da porta bandiera della serie A con la speranza di alzare al cielo un trofeo che, a Firenze, manca dal 2001. Scrive il Corriere Fiorentino.
Un’attesa lunga 23 anni che potrebbe finire ad Atene quando i viola sfideranno la vincente tra Olimpiakos e Aston Villa che si affrontano stasera. Ma questa volta Vincenzo Italiano dopo lo stress di una partita tiratissima come quella di ieri in cui non sono mancati i momenti di paura, potrà godersi dal divano la sfida e prendere appunti alla ricerca dei punti deboli delle prossime avversarie. E per il tecnico viola quella del 29 maggio (in attesa di conoscere la data del recupero con l’Atalanta) potrebbe anche essere la sua ultima partita sulla panchina della squadra con cui ha iniziato a confrontarsi, con successo, anche nel calcio europeo.
Di sicuro, anche il doppio confronto con il Bruges, ha dimostrato come la sua Fiorentina sia una squadra che rende al meglio nelle competizioni a eliminazione diretta, dove più della continuità di prestazioni indispensabile in campionato serve saper soffrire da squadra per poter superare gli inevitabili ostacoli. Ed è il gruppo, più che le qualità dei singoli, che in queste stagioni hanno trascinato i viola sempre più avanti nelle coppe.
Dai portieri ai difensori, fino agli attaccanti tutti hanno avuto modo di rendersi protagonisti partecipando collettivamente alla corsa verso la finale ed è con questa qualità che il tecnico ha coltivato in questi mesi che la Fiorentina dovrà presentarsi ad Atene per prendersi la rivincita sulla grande delusione dello scorso anno. Una «macchina da coppe» quella viola che a differenza di Praga potrebbe stavolta presentarsi in campo da favorita, soprattutto nel caso in cui l’Aston Villa di Emery (altro super specialista dei tornei a eliminazione) non dovesse riuscire a recuperare i due gol di scarto con cui ha chiuso la partita di andata.
Venti giorni, tanto manca all’appuntamento più importante della stagione. Una dolce attesa da vivere caricando l’ambiente e recuperando al massimo le energie. Venti giorni per sognare. E già questo, a suo modo, è un successo.
Di
Redazione LaViola.it