È la Fiorentina più preziosa dell’era Commisso. L’asticella è stata alzata, a parole ma anche nei fatti dal patron viola con investimenti pesanti
Alle parole sono seguiti i fatti. E ai proclami di ambizione, a quella volontà rappresentata da una frase inflazionata nell’estate del Viola Park, «Alzare l’asticella», ha fatto da coda un mercato che, per numeri, a Firenze nella gestione Rocco Commisso non s’era mai visto, scrive il Corriere Dello Sport Stadio.
SPESE. Oltre novanta milioni spesi sul mercato (90,9 milioni di euro), a fronte di 62,95 incassati dalle cessioni: uno sforzo fuori scala rispetto a quanto fatto nei sei anni di gestione Commisso. Rapportati ai 69 milioni sborsati dodici mesi fa, ai 45 messi sul piatto nella stagione 2023/24, ai 37 dell’anno precedente o ai 67 del 2021/22 (stessa cosa vale per i 59 del 2020/21 o i 56 del primo mercato) decretano come questa sia stata la sessione in cui il patron viola ha speso di più. C’è voglia di crescere e lo si vede anche osservando quanto fatto un anno fa: anche allora la Fiorentina chiuse in profondo rosso nel saldo entrate/uscite. Adesso però Commisso ha voluto superarsi, facendo un ulteriore passo in avanti: non può essere un caso, mettendo questo dato in relazione anche all’arrivo di Stefano Pioli, un tecnico che pesa a bilancio per la società 3 milioni netti l’anno. Commisso ha voluto forzare la mano, alzare l’asticella anche dei conti (lo ha fatto per esempio anche con lo stipendio da 4,5 milioni di Moise Kean). Per arrivare al livello delle grandi servono investimenti altrettanto grandi.
INGAGGI. Il via libera di Commisso è servito soprattutto per un cambio di modus operandi nel lavoro dei dirigenti viola. Non servono più cessioni importanti per far mercato: lo ha detto anche il dg Alessandro Ferrari il giorno della presentazione di Roberto Piccoli, centravanti costato 25 milioni più 2 di bonus, potenzialmente l’acquisto più caro della quasi centenaria storia gigliata: “Per fare questa operazione abbiamo trovato la disponibilità del presidente, che ci ha dato il via libera per procedere con l’acquisto nonostante non ci siano state grosse cessioni”. Tutti i big confermati quindi, anche Pietro Comuzzo, anche se la tentazione di venderlo per rientrare dei soldi investiti, c’è stata negli ultimi giorni di agosto. È una Fiorentina che, forse per la prima volta negli ultimi sei anni, esce allo scoperto: non più attenta soltanto ai conti in ordine, ma desiderosa di fare uno step in più di crescita, aspettando lo stadio nuovo e, di conseguenza, ricavi all’altezza delle big.
PASSIVI. Solo Como, Juventus e Inter hanno avuto un passivo (in termini entrate-uscite) maggiore della Fiorentina. La rosa è strutturata, ha alternative in tutti i ruoli ed è stata forgiata a immagine e somiglianza del suo tecnico e del suo credo tattico, difesa a tre, due cursori di fascia, centrocampisti di qualità e inserimento e una batteria di tutto livello di attaccanti, cinque in tutto (Dzeko, Kean e Piccoli ma anche Gudmundsson e Fazzini, questi ultimi due giudicati intercambiabili tra loro). Pioli è stato quindi accontentato, anche se forse non fino in fondo. La ciliegina sarebbe stata un altro difensore, magari più di passo, ma la torta sembra comunque di tutto valore. Adesso c’è da assaggiarla.
Di
Redazione LaViola.it