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Babacar: “Ho temuto per la mia salute, l’affetto dei fiorentini mi ha salvato”

Torna a parlare Baba, in questi giorni in città: “Amo Firenze, non sono stato Bati né Toni ma quando hai un cuore buono la gente se ne accorge”

L’ex viola Khouma El Babacar ha parlato al Corriere Fiorentino ripartendo dal malore accusato a luglio scorso, quando era in Turchia: È stato un momento difficile, ho temuto per la mia salute e soprattutto temevo di far soffrire la mia famiglia e chi mi vuole bene. Ero tranquillo perché il cuore era a posto e non ho temuto di non tornare a giocare perché in quel momento non era il mio pensiero più importante. Cosa è successo? Ho avuto un attacco di panico in realtà. Sembro forte ma sono molto sensibile. Avevo problemi e stress che mi tenevo dentro, non ne parlavo con nessuno e ad un certo punto sono crollato. In quel momento ho capito che la vita è una sola e bisogna pensare e dare peso solo alle persone che ti vogliono bene. È cambiata la scala dei miei valori da quel momento, ho allontanato le persone che mi stavano intorno per interesse. Mi ero perso e ho avuto bisogno di andare via per ritrovare me stesso e fiducia anche nel pallone. A Copenaghen il calcio è bello e robusto, vanno a duemila e ogni partita ci sono 35 mila tifosi a fare il tifo, mi ricorda quello caldo di Firenze, quando si vinceva però (ride, ndr) perché i danesi sono sempre tranquilli”.

FIRENZE. “Per me significa tornare a casa. Quando sono stato male da Firenze mi hanno sommerso di messaggi e anche quell’affetto mi ha salvato perché mi ha fatto capire che quando hai un cuore buono la gente se ne accorge ed apprezza la persona più che il calciatore. Perché in fondo non sono stato Batistuta né Luca Toni, ma ogni volta che torno mi accorgo di quanto sia ancora amato, perché sanno che anche io amo Firenze e la Fiorentina“.

NON E’ MAI ESPLOSO. “Si torna alla sensibilità che dicevamo prima. Io la pressione e il peso di Firenze me li sentivo addosso perché non ero uno di passaggio, che era lì per i soldi e basta. Ma sono stati anni molto belli comunque. Momenti più belli? Le partite in Europa League sicuramente ma anche e soprattutto il boato dei tifosi in quelle occasioni in cui sono entrato nel finale e ho segnato gol decisivi come con l’Inter o il Palermo. Mi piaceva spaccare le partite e far impazzire i tifosi”.

LA VIOLA ATTUALE. “Guardo tutte le partite. E ora vedo un club ambizioso, che ha preso giocatori di qualità e mi piace che in campo la squadra dia l’anima. D’altronde con un allenatore come Italiano non può essere altrimenti, va su e giù per la sua area per 90 minuti ed è più carico dei giocatori. L’Europa credo che sarebbe meritata e anche alla portata se continuano a giocare con questa mentalità e consapevolezza”.

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