Sembrava in partenza lo scorso anno, quando iniziò in ritardo la stagione. Poi alla lunga è diventato prezioso per Italiano. Da Torreira a Mandragora: un nuovo compagno/rivale in regia
Estate 2021, a Moena ci sono solo due registi. Il classe 2002 Alessandro Bianco e il 2003 Dimo Krastev. Pulgar è reduce dalla Copa America con il Cile, mentre le speranze di avere Amrabat sono allontanate, dopo qualche giorno di stallo, dalla notizia dell’operazione del marocchino per risolvere i problemi di pubalgia. Una bella grana per Italiano, che dovrà aspettare diverse settimane per riavere prima il cileno e poi, a fine agosto, Torreira. Amrabat, invece, tornerà in panchina il 28 agosto ed esordirà solo contro l’Atalanta, nei 24 minuti finali, l’11 settembre.
TUTTO DIVERSO. Un anno dopo, pare davvero tutto diverso. Non c’è Torreira, giocatore determinante per la stagione viola e ancora punto di domanda per il mancato riscatto. Ma Italiano là in mezzo potrà già iniziare a lavorare in modo concreto nel ritiro che partirà domenica prossima. Non solo per l’arrivo di Mandragora, giocatore duttile che potrà essere utilizzato, chissà, anche da mezzala. Ma anche perché Amrabat nel corso dei mesi si è ritrovato, passando da ‘oggetto misterioso’ a giocatore utile, pure determinante in alcune delle ultime partite stagionali. Un investimento pesante, da 20 milioni, a gennaio 2020, una prima annata così e così e la scorsa stagione partita in salita, appunto, per l’operazione di metà luglio.
CRESCITA. Stavolta, invece, i social del giocatore raccontano altro. Dopo le partite con la Nazionale, infatti, Amrabat ha staccato un po’ la spina ma ha ripreso presto ad allenarsi. Esercizi, pesi, determinazione. Un anno fa si parlava invece soprattutto di mercato. Napoli, Atalanta, società estere. E soprattutto Torino, con Juric che ha spinto a lungo per riaverlo dopo i tempi di Verona. Così come a gennaio, quando invece la Fiorentina fece partire Pulgar, proprio per dare più spazio ad Amrabat alle spalle di Torreira. E la fiducia è cresciuta settimana dopo settimana. “Amrabat è un ragazzo che quest’anno ha dovuto masticare amaro per la sana competizione con Torreira, ma si è sempre fatto trovare e quando prende ritmo è devastante. Sono contento perché ha avuto un periodo non bello, si era un po’ seduto, bastava riaccendere il fuoco che ha dentro“, le parole di Italiano a maggio. “E’ un leone”, l’epiteto usato in un’altra occasione dal tecnico.
ERRORI E BELLE PROVE. Una stima cresciuta con il lavoro quotidiano, con il passare delle settimane, con un atteggiamento del giocatore tornato ad essere di grande applicazione e voglia di far bene. Un inizio non semplice anche per il ritardo di condizione, qualche errore e il rilancio in Coppa d’Africa. Poi la grande occasione contro lo Spezia: una bella prova, l’errore per il gol di Agudelo e il gol da tre punti nel finale. Una rinascita. “E’ un bravo allenatore. Anche se non gioco molto parla tanto con me e mi aiuta tanto durante gli allenamenti”, disse di Italiano il marocchino classe ’96. Che nel finale si è preso il suo riscatto: cinque gare da 90′ nelle ultime otto (alla penultima era squalificato), le belle prestazioni contro Napoli, Roma e Juventus e una conferma per la prossima stagione diventata scontata.
NUOVO ‘COMPETITOR’. Un feeling rinato, insomma. Con un ‘competitor’ che sarà diverso. Da Torreira a Mandragora. Un’ombra meno pesante, senz’altro. L’ex Torino potrebbe giocare anche da mezzala, specie in certe partite. Ma soprattutto per Amrabat ora c’è una consapevolezza diversa. C’è la fiducia della società, che ora sa di poter far fruttare sul campo quell’investimento pesante da 20 milioni. C’è la stima dell’allenatore, che ha capito mano a mano come sfruttare un centrocampista che ha caratteristiche precise. C’è la crescita del giocatore nello stile di gioco di Italiano. Sarà il campo, insomma, a stabilire le gerarchie. Ammesso che ce ne siano. Perché giocando ogni tre giorni fino a metà novembre ci sarà alternanza in tutti i ruoli, specie in mezzo al campo. Per Amrabat un’estate diversa. Da iniziare, intanto, con un ritiro fatto per intero.
Di
Marco Pecorini