Ulivieri: “Quattro mesi in fin di vita, ora sto bene. Palladino sa tenere la squadra, diverso da Italiano”

Le parole del presidente dell’Assoallenatori: “Colpani, Nico, Beltran e Kean possono coesistere, ma devono dividersi la fatica”

Le riunioni, i ritiri, gli allenatori, Coverciano. Renzo Ulivieri, 83 anni, è tornato, con l’entusiasmo di sempre, a svolgere il proprio compito, da presidente dell’Assoallenatori. Era stato ricoverato — e operato — dopo un malore, occorsogli durante Italia-Macedonia del Nord all’Olimpico, al quale ha fatto poi seguito una lunga degenza ospedaliera, al Santo Spirito di Roma: «È stato un periodo difficile — racconta al Corriere Fiorentino — sono stato quattro mesi in fin di vita. Fortunatamente, ho cominciato a riprendermi: si può dire che sia stato bravo. Ora sto meglio, sono tornato a muovermi: ero arrivato a perdere qualcosa come 14 kg, a star sempre fermo in un letto».

PALLADINO. «Raffaele è una persona più che perbene, oltre ad essere un allenatore che sa tenere la squadra, come del resto sapeva anche fare il suo predecessore, Italiano: hanno modi diversi, la loro concezione di calcio è diversa. A Firenze la squadra seguiva Italiano e sono sicuro che riuscirà in questo anche Palladino».

ATTACCO. Con l’arrivo di Colpani ad oggi la squadra ha molti giocatori offensivi: Kean, Nico, Beltran… Possibile farli convivere? «Il calcio di oggi è fatto di giocatori offensivi, basta che, a turno, tornino in fase difensiva. Se ne rimangono tre davanti può essere un problema, fino a due credo sia tutto fattibile. In carriera mi è successo anche di avere tre giocatori che rimanevano alti, in quel caso sei costretto a fare una sostituzione, dopo pochi minuti dall’inizio del secondo tempo. Certo, parliamo di un altro calcio, ma comunque dipende tutto dai giocatori, non dall’allenatore. Si devono dividere la fatica, con il giusto spirito di squadra. Sicuramente Palladino sarà il primo a sottolineare questo». Colpani è da Nazionale? «È da pensarci, ma dipenderà solo da lui».