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Toni: “Un futuro in viola? Magari, ma non dipende da me. Ribery non sia un alibi”

Luca Toni

L’ex attaccante viola ha parlato anche dei problemi che sembrano attanagliare la Fiorentina: “C’è un problema mentale importante”

L’ex bomber della Fiorentina Luca Toni è intervenuto a Lady Radio per parlare dei tanti temi legati all’attualità viola:

LA FIORENTINA OGGI.Vedo delle cose che sinceramente non mi piacciono. Questa squadra è composta da buoni giocatori che però assieme non dimostrano di esserlo. Dopo la bellissima vittoria con la Juventus, quella di Napoli è stata una giornata nera per la storia viola: una sconfitta così pesante fa male“.

SOLUZIONE IN ATTACCO.Comprare tanto per comprare non serve. Ci sono anche giocatori inespressi che con Iachini non andavano bene ma neanche malissimo, ora con Prandelli il trend è peggiorato. Vlahovic è un giovane importante e sta tenendo in piedi la squadra. Bisogna però capire anche le idee del mister“.

I PROBLEMI.Difficile fare il bomber a 20 anni? Io sono esploso tardi, ma altri al contrario di me hanno iniziato prima a far gol. L’attacco però non è l’unico problema di questa squadra. Il centrocampo per esempio deve fare filtro, poiché la difesa viola prende tanti gol. Vedo anche giocatori impauriti nonostante lo stadio vuoto. C’è un problema mentale importante, poi le squadre dietro sono abituate a lottare per la salvezza“.

LE DIFFICOLTÀ DI PRANDELLI.Cesare è un tecnico bravo e intelligente, si deve adattare ai giocatori che ha a disposizione per poi ricucire qualcosa di importante dando magari anche sicurezza ai giocatori. Più che i moduli è la mentalità che è importante“.

RIBERY. Conviene insistere con Ribery? Dipende da Prandelli. Tanti lampi di luce però arrivano proprio da lui. Lui non si nasconde, ma non vorrei che alcune persone si nascondessero dietro di lui dandogli la colpa. È ovvio che se poi non sta bene deve essere tolto come qualsiasi altro giocatore, ma sinceramente le giocate importanti le ho viste fare a lui. L’ho sentito ed è dispiaciuto per il momento, ma è uno che non tira mai indietro la gamba e ci si può fare affidamento. Deve però essere messo in condizione“.

I VECCHIETTI VANNO DI MODA.La nostra generazione è cresciuta con i sacrifici. Ho sentito Gattuso che diceva che adesso i giovani stanno più al telefono che altro… A Verona vedevo i ragazzi più sui social che in palestra. Per questo i ‘vecchietti’ sono un esempio e fanno ancora la differenza“.

L’ULTIMO ANNO IN VIOLA. Andrea Della Valle voleva tenermi, Montella invece mi voleva dare gli allievi ma con tutto il rispetto dissi che avrei deciso io quando smettere. C’ero rimasto male, perché avevo fatto una carriera importante e in quel momento avevo aiutato a crescere molti giovani“.

AMRABAT.È bravo ma ha determinate caratteristiche. A Verona giocava a due e Juric aveva uno stile di allenamento molto forte alla Gasperini. Con lui i giocatori corrono tanto. Ora l’ho visto un po’ spaesato, bisognerebbe trovare un modulo più adatto alle sue caratteristiche”.

CASTROVILLI.È uno dei più forti talenti in Italia, non capisco quando viene lasciato in panchina: sono quei giovani che vanno aiutatI. Secondo me lui è ragazzo più di prospettiva a Firenze“.

REGISTA.Prandelli avrà una sua idea, il periodo di adattamento è finito, quindi dipende da questo. Non si può cambiare sempre modulo, serve dare stabilità e lui saprà chi andare a cercare“.

COMMISSO.Mi pare un presidente carico, allegro e vuol fare uno stadio proprietà. Le istituzioni dovrebbero aiutarlo. Non essendo un uomo di calcio, però, dovrebbe fidarsi di più delle persone che conoscono da più tempo questo sport perché la Fiorentina deve tornare minimo nella parte sinistra. Dainelli? C’è anche lui, che ormai non ha più capelli per via di questa situazione (ride, ndr). È più teso adesso che da giocatore! È bello che ci siano giocatori che sono stati in viola e trasmettono carica“.

FUTURO A FIRENZE?Non sarebbe male, ma non dipende da me. Ho sempre casa in San Frediano, la tengo libera, non si sa mai…“.

IL GOL PIÙ BELLO IN VIOLA? Ne ho fatti tanti, anche belli. Ogni gol ha un’importanza particolare, il primo al Franchi è stato fantastico perché si trattava di una liberazione: quando inizi, dopo vai. Sono stati anni fantastici perché avevamo anche una squadra forte, il secondo partimmo con 19 punti meno e mentalmente all’inizio fu una mazzata ma poi facemmo un gran campionato“.

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