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Ribery-Caceres: quando svincolato vuol dire colpo. Da Toni a Vieri, fino ad Alonso-Pek-Aquilani

Pradè e Ribery

Ribery-Caceres stanno facendo la differenza alla Fiorentina. Entrambi arrivati a parametro zero. E non sono i primi che da svincolati hanno fatto le fortune viola

Si scrivono parametri zero, in alcuni casi si leggono colpi di mercato, in altri bidoni e/o meteore. Alla prima categoria appartengono sicuramente Franck Ribery e Martin Caceres. Il francese e l’uruguagio, rimasti svincolati il primo dal Bayern Monaco e il secondo dalla Lazio via Juve, hanno avuto un impatto ottimo con la maglia viola. Da quando il numero 7 è entrato in pianta stabile nell’undici di Vincenzo Montella la Fiorentina non si è più fermata. Titolare dalla terza giornata in poi, 2 gol, 1 assist, record di dribbling riusciti rispetto a quelli effettuati con la difesa del Milan che è ancora lì a cercare di capire come fermarlo, e una standing ovation che a San Siro in pochi si sono presi da avversari. Per non parlare del ‘franck sound’ come lo ha battezzato qualcuno, con quel coro anni ’90 che in origine era di Schwarz. Coincidenza? No. Per niente.

La Lega lo ha omaggiato come miglior calciatore del mese di settembre 2019 in A, e guarda caso, da quando è entrato in campo dal 1’ lui, la Fiorentina ha messo in serie 3 vittorie e 2 pareggi. E curiosamente, questa striscia positiva, è iniziata quando Montella è passato alla difesa a tre, con l’altro parametro zero arrivato in estate, ovvero Martin Caceres.  

Piacevoli scoperte, entrambi, in grado di spazzar via scetticismi e dubbi in pochi giorni. Un po’ come fece Luca Toni quando tornò a Firenze all’ultimo giorno di mercato. Ci mise meno di due minuti per far gol al debutto dopo il ritorno a parametro zero nel 2012. E poi ci sono i Marcos Alonso, che arrivò a zero dopo aver terminato il proprio accordo col Bolton, i Ciprian Tatarusanu, portiere titolare per tre anni a Firenze dopo lo svincolo dalla Steaua. A zero arrivò anche Facundo Roncaglia, così come, David Pizarro, Alberto Aquilani e Massimo Ambrosini. Tutti nell’era Pradè, sempre molto attento al colpo a parametro zero. E se nacque una Fiorentina bellissima nel primo ciclo Montella, molto fu merito proprio degli innesti del cileno e dell’ex Liverpool, che assieme a Borja Valero dettero vita ad un centrocampo innovativo e ad un calcio spagnoleggiante che riscosse consensi in tutta Europa.

A volte parametro zero vuol dire anche meteora, come nel caso di Oleksandr Iakovenko, di cui si ricorda solo la prorompente compagna, o Joan Verdù, ricordato per quel gol fantastico all’Atalanta su assist di esterno di Kalinic. O ancora Gustavo Munua, che giocò solo una volta in Europa League.

Ai tempi di Pantaleo Corvino, invece, a parametro zero arrivarono Christian Vieri, collezionando 39 presenze e 9 reti, Fabio Liverani, che divenne presto leader del centrocampo di Cesare Prandelli, e Arturo Lupoli.

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