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Polverosi su CorSport: “Tra Dzeko e Pioli al momento ha ragione il tecnico”

Come scrive Alberto Polverosi nel suo editoriale sul Corrriere dello Sport, prima di entrare nella discussione fra Dzeko e Pioli (discussione di calcio e quindi portatrice di idee sane), conviene fare chiarezza sui termini, sulla differenza fra “centravanti”, “attaccante”, “prima punta” e “seconda punta”. Solo così si evita la confusione. Ci facciamo aiutare dai nomi.

Il centravanti gioca al centro dell’attacco, deve chiudere l’azione, in passato aspettava la palla in area di rigore, nel calcio di oggi deve anche collaborare alla fase difensiva, ma il suo primo obiettivo resta il gol. Centravanti classici sono Lukaku, Hojlund, Vlahovic, Kean, Piccoli, Pio Esposito, ovviamente Haaland e possiamo andare avanti ancora un po’. L’attaccante ha una funzione in più e racchiude giocatori con caratteristiche diverse, può collegare il centrocampo al centravanti come fa Dzeko (per il quale la definizione ideale sarebbe “giocatore d’attacco”) o come fa (dovrebbe fare…) Gudmundsson, trequartista puro. La prima punta si avvicina, come concetto, al centravanti, ma spesso si definisce così anche chi segna tanto. La seconda punta invece ha un compito ben definito: giocare a favore del centravanti, girargli intorno, sottrargli la marcatura, renderlo libero per la conclusione.

La lunga premessa serve per chiarire bene il “duetto” Pioli-Dzeko. Edin dice che si può giocare anche con due punte, ma probabilmente nemmeno lui intende due centravanti perché egli stesso, nonostante abbia una carriera strapiena di gol, non si può oggi considerare una prima punta. Il bosniaco si stacca dalla linea avanzata, scende a metà campo, si fa dare palla spalle alla porta da Nicolussi-Caviglia o da Fagioli, la smista e riparte. Pioli lo ha voluto a Firenze per questa ragione. Dzeko può giocare sia con Kean che con Piccoli e, modificando il suo lavoro, anche con Gudmundsson.

Pioli dice che per ora due punte vere è meglio di no. Ha ragione. Due punte vere, due centravanti veri, sono Kean e Piccoli che come coppia hanno fatto poco, molto poco. Quando l’allenatore li ha schierati insieme non c’è stata intesa. […] Con la Roma è arrivata la riprova che i due in coppia stridono: nel primo tempo Kean aveva fatto il diavolo a quattro nonostante l’inesistente contributo di Gudmundsson; nella ripresa, quando è entrato Piccoli, l’ex juventino è scomparso dalla partita. Considerazione finale: seguendo il pensiero di Pioli, per un po’ di tempo non vedremo più Kean e Piccoli insieme, non vedremo Gudmundsson alle spalle di Kean e Dzeko o di Dzeko e Piccoli, ma vedremo Kean o Piccoli con Gudmundsson o con Dzeko. Ora è giusto così.

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