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Nazione – Cambia, smonta e rimonta: gruppo in confusione, Pioli cambia sempre assetto tattico

Dal lavoro estivo con il 3-4-1-2 ai tanti moduli diversi utilizzati in stagione. La Fiorentina non riesce ad avere identità

Definirlo «laboratorio Fiorentina», forse, sarebbe troppo riduttivo. Visto che fino ad oggi il numero di volte in cui la squadra viola ha cambiato tatticamente pelle si fatica a contare sulle dita di una mano. Per carità, legittimo da parte di Pioli sperimentare soluzioni nuove per rendere la sua formazione realmente efficace (e soprattutto in grado di avere un’identità) ma forse in alcune circostanze l’allenatore si è fatto prendere un po’ troppo la mano. Così scrive La Nazione.

QUANTI MODULI. L’esempio migliore per spiegare l’instabilità tattica della Fiorentina è racchiuso nella sfida di domenica col Bologna. Durante la quale il tecnico ha cambiato 4 moduli nell’arco di 100′, recupero compreso: 3-5-1-1 a inizio gara, 3-4-1-2 dopo il raddoppio del Bologna, 3-3-2-2 con l’ingresso di Sabiri e infine 4-1-2-3 con l’aggiunta di Piccoli e l’uscita di Ranieri. Dopo tutta un’estate in cui Pioli ha lavorato sul 3-4-1-2 (schema che dall’inizio si è visto in realtà una volta sola, a Torino alla seconda di campionato), il mister ha deciso di modificare l’assetto di partenza in un 3-4-2-1 usato nei playoff di Conference e all’esordio in Serie A a Cagliari. Oltre al 3-5-2 che ora la sta facendo da padrone (e che sembra lo schema in cui la Fiorentina riesce ad esprimersi meglio), c’è stato spazio anche per un tentativo di difesa a quattro (4-4-2 contro il Como) che però è presto finito nel dimenticatoio.

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