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Masala su La Gazzetta: “La Viola più brillante, ha potenzialità maggiori. E’ ora di rompere l’incantesimo”

Nell’analisi del giovedì europeo, ecco la bella vittoria della Fiorentina. C’è una rosa che può essere attrezzata per giocarsela

Amaro, dolce, frizzante: il cocktail servito nelle Coppe dalle italiane ha sapori contrastanti. In Europa League la Roma cade ancora in casa e il Bologna si rilancia in trasferta. La Fiorentina fa il suo dovere in Conference, prende fiato dopo gli inciampi in campionato. Ci sarebbe potuto scappare un bel tris del giovedì, purtroppo sfuma a causa del ko giallorosso. L’ultima tornata nei tornei continentali non è stata molto generosa con i nostri club: quattro punti in totale per le quattro di Champions, sei per le altre tre. Si può dare di più, scrive Andrea Masala sulla Gazzetta dello Sport.

VIOLA VINCENTE. Mostra la sua versione più brillante la Fiorentina, che in Conference non concede nulla al Rapid, raccoglie la seconda affermazione per restare a punteggio pieno: tutt’altra storia rispetto al campionato, vissuto di stenti in fondo alla classifica. Per i viola la coppa non rappresenta soltanto un bene-rifugio sul quale investire in attesa di portare a compimento il progetto di Pioli. Potrebbe sembrare strano, in tempi di calendari così intasati, ma il giovedì internazionale per l’attuale Fiorentina sarebbe un ideale volano per riprendere il terreno perso con la falsa partenza in Serie A: vincere aiuta a vincere, in qualsiasi competizione. La Viola che finora ha raccolto appena tre punti in Italia non corrisponde al suo reale valore tecnico, ha potenzialità maggiori, che finora ha sfruttato all’estero.

ROMPERE L’INCANTESIMO. Tra le concorrenti di Conference non si vede la “fuori categoria”, semmai aspettiamoci che spunti una outsider. Dopo due finali e una semifinale perse, è lecito che la Fiorentina punti a rompere l’incantesimo. La formazione viola, come ha dimostrato a Vienna, ha ampi margini di miglioramento, in fondo si permette un discreto turnover senza rischiare di snaturarsi. La rosa non è poi così risicata, è in grado di svoltare per lottare su più fronti. A Firenze hanno assaporato le conquiste oltre confine, con la società viola che si è tolta le sue soddisfazioni: prima italiana finalista in Coppa dei Campioni, battuta dal Real Madrid nel 1957, prima vincitrice della Coppa delle Coppe nel 1961. Tanti anni fa, però almeno fanno curriculum.

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