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La Nazione – Dai proclami alla paura. Pioli e l’identità di una Fiorentina che ancora non c’è

STEFANO PIOLI FIORENTINA

Dai proclami e la voglia di vincere alla enorme paura di dover lottare per la salvezza. I due volti di Stefano Pioli. E un’identità viola che non c’è ancora

I proclami, la fiducia e l’ottimismo dei primi giorni di lavoro al Viola Park. La cupezza, la delusione e quella voglia di gridare (ancora) al mondo che sarà lui a portare fuori tutto e tutti dalla tempesta. Missione che – partita dopo partita – sembra sempre più impossibile, scrive La Nazione.

I due volti di Stefano Pioli sono la fotografia esatta e inquietante del momento della Fiorentina. Ma come e perchè, il tecnico viola si trova oggi a fare i conti con una realtà da brividi? Il gruppo. C’è da capire come, nei suoi mesi di lavoro a Firenze, Pioli si è interfacciato con i suoi giocatori. Tecnico aperto ma rigido, comprensivo ma esigenze, può darsi che l’intesa con la squadra non sia stata il massimo. Da subito. La tattica. Bisogna essere obiettivi, le combinazioni (modulo e uomini) utilizzate da Pioli sono state un cantiere aperto e continuo. Forse anche troppo. Al punto che la Fiorentina non ha mai dato un’idea precisa del proprio gioco e della propria identità. Le motivazioni. Pioli aveva scelto Firenze puntando molto in alto. Ora la prospettiva è opposta, c’è da salvarsi. Riuscirà a calarsi in questo nuovo e complicatissimo, ruolo?

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