I gol con la Fiorentina, il centro con la Nazionale. Riecco quell’attaccante che tanto aveva stupito da giovanissimo
Moise Kean sta tornando a essere quello che le stagioni in Inghilterra e Francia avevano evidenziato, prima della parentesi (nefasta) in bianconero, dove si erano perse le tracce del giovane di talento e concretezza che aveva fatto sperare – anche in chiave azzurra – di aver trovato finalmente lo stoccatore implacabile del futuro. Ma soprattutto del presente, scrive La Nazione.
AMBIENTE GIUSTO. Il 28 maggio 2017 quando fu il primo millennial a segnare in serie A, nel successo della Juventus al Dall’Ara (1-2). A lungo si era parlato di un suo passaggio in prestito proprio al Bologna, poi la voglia di cambiare aria, con Inghilterra prima (Everton) e Francia poi (Psg) Kean pareva aver trovato la sua dimensione e tranquillità. Pareva, appunto, perché il ritorno alla Juve, prima in prestito e poi riscattato, non è coinciso con il passato scintillante. Fino a spegnersi in una triste e anonima stagione scorsa. Ora Moise ha voltato pagina, scegliendo probabilmente un ambiente più adatto a lui, dove il fuoriclasse viene coccolato, difeso ed esaltato.
A SUON DI GOL. Ecco, l’ambiente di Firenze, la Fiorentina, Palladino sono la ricetta migliore, dove un ragazzo di poche parole e tanti fatti può ritrovare un filo logico della propria carriera. Perché alla fine le parole lasciano il tempo che trovano, mentre il pallone se trova la via del gol è più convincente di un lungo e accorato discorso. Perché Ke(a)n il Guerriero in fondo vuole solo continuare a camminare lungo il sentiero che conosce meglio: quello del gol. Come sta confermando in questo periodo. Bisogna solo continuare così e la ‘guida’ Palladino è la migliore per lui.
Di
Redazione LaViola.it