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Italiano e la formazione sempre diversa: un vantaggio o no?

Italiano

Pro e contro della filosofia del tecnico viola, che cambia sempre la sua Fiorentina di partita in partita. Tra identità di gioco e scarsa continuità

Su La Nazione si parla delle 32 formazioni diverse schierate fin qui in stagione da Italiano. Tra pro e contro. Ad inizio stagione era la formula giusta per costruire uno spogliatoio che sfiora la perfezione, con lo scorrere delle partite, la regola rischia di far scattare diverse controindicazioni. Ad esempio poca continuità a giocatori che magari ne hanno bisogno, o il rischio di far girare tutto e tutti su uno schema di gioco fisso (il 4-3-3 mai rinnegato) mentre qualche volta un cambio di scacchiere potrebbe permettere il migliore utilizzo di qualcuno. Infine l’assenza di un’ossatura fondamentale di formazione titolare che all’inizio può passare inosservata e alla lunga rivelarsi un segno di debolezza.

A FAVORE. Tra i pro, invece, è che tutti si sentono uguali e possibili titolari. Oltre ai singoli nel calcio moderno conta la squadra, un gruppo unito. E l’identità di gioco. La dimostrazione viene proprio dalla vicenda Vlahovic, all’apparenza insostituibile, ma poi bypassato proprio dall’identità di gioco. Che giochino Quarta o Igor, Castrovilli o Duncan, Terracciano o Dragowski, alla fine il risultato non cambia molto. Tutti sono sempre pronti a dare il massimo.

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