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Gudmundsson: “Con Gila gioco libero. Serve qualcosa di grosso per andar via da Genova, ma sono pronto”

Gudmundsson

Le parole dell’islandese che tanto piaceva alla Fiorentina a gennaio: “Non è un segreto che il Genoa debba far cassa e che a me piacerebbe fare uno step in avanti”

Albert Gudmundsson, esterno/trequartista del Genoa che tanto piaceva alla Fiorentina a gennaio, ha parlato a Sportweek anche del suo futuro: “Sono a venti minuti dal nostro centro sportivo e vicino al mare, in una città bella come questa. Faccio il bagno anche in inverno, perché mi rilassa. Per vivere, non c’è posto migliore dell’Italia: per il clima, l’ospitalità delle persone, il cibo. Ormai mangio solo italiano, impazzisco per la carbonara. Mi mancherà tutto questo? “Sicuro. Ma non è ancora detto niente. Nel Genoa gioco come piace a me: libero”.

GILARDINO. Mister Gilardino ha alzato il mio livello e, d’altra parte, io mi trovo bene sia che abbia accanto Retegui o Ekuban. Tutti noi sappiamo cosa fare in campo, come muoverci e quali spazi attaccare, e questo è merito dell’allenatore. Siamo una squadra equilibrata, un mix di esperienza e gioventù. Il risultato è che in classifica siamo undicesimi: pazzesco, per una neopromossa. E il prossimo anno il Genoa potrà fare ancora meglio”.

PRIMO ANNO IN A. Ero confident, fiducioso, di poter far bene in A, perché la scorsa stagione in B mi è servita molto per capire e adattarmi meglio al vostro calcio, favorito dal fatto di giocare in una squadra che girava a meraviglia e che infatti ha conquistato la promozione. Certo non mi aspettavo di segnare 14 gol, ma più segno più divento sicuro di me stesso”.

NUOVI ORIZZONTI. “Mi sento pronto, sì, ma deve venir fuori qualcosa di veramente grosso per convincermi ad andar via di qua. Perché io, qua, ripeto, sto molto bene. E poi devo trovare un allenatore come Gilardino: come ho detto, lui mi dà molta libertà in campo”.

INGHILTERRA. Qualcosa di grosso potrebbe venire dall’Inghilterra? “Da bambino sognavo di arrivare in Premier, ma da quando gioco qui ho un po’ cambiato idea, perché mi piace così tanto stare in Italia… C’è la vita, qua… Perciò, non è che smanio per andarmene. Anche in questo caso, come in quello del mio addio al Genoa, perché succeda deve essere una roba pazzesca”. Una roba pazzesca, come dici tu, sarebbe una chiamata di Arnie Slot, che ti ha allenato in Olanda, all’AZ, e diventerà il nuovo allenatore del Liverpool. “Solo che non mi ha ancora chiamato. Però, chissà…”.

TRA PREMIER E ITALIA. Cosa potrebbe spingerti verso la Premier e cosa, invece, ti può convincere a restare in A? “Premier significherebbe una nuova esperienza, calcistica e di vita, dopo Olanda e Italia. La Serie A mi ha maturato, e sento che può ancora darmi molto in questo senso, perché da voi si gioca un calcio difficile, tattico e fisico insieme, che però rende un giocatore completo sotto ogni punto di vista. Ma ripeto: molto dipende dal tecnico. Gilardino mi assegna anche compiti difensivi, però quando abbiamo la palla mi fa cercare da solo gli spazi dove attaccare. Perciò, a farmi decidere non sarà tanto una questione di campionato, quanto di cosa mi chiederà l’eventuale nuovo allenatore”.

POSSIBILITA’ DI RESTARE A GENOVA? “Adesso non so dirlo. Non è un segreto che il Genoa debba far cassa e che a me piacerebbe fare uno step, un passo in avanti. Capiremo entrambi cosa conviene di più, ma in questo momento tutte e due le porte sono aperte: quelle che portano a una mia partenza, o, al contrario, alla mia permanenza”.

POSIZIONE. “La mia posizione preferita è proprio quella da numero 10, ma posso giocare a sinistra, a destra, più vicino alla porta. Per me è importante avere la libertà per poter esprimere la mia fantasia, dare sfogo ai miei “colpi””.

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