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Rassegna Stampa

Fiorentina coi soliti problemi: poco incisiva, gioco manovrato ma lento

Viola come al solito stitici in avanti, anche a Italiano servirebbe un nuovo corso come quello dell’Atalanta

Come scrive la Gazzetta dello Sport, Gian Piero Gasperini miete la vittima preferita, la Fiorentina, che l’anno scorso gli tolse quei sei punti, con non poche polemiche, che in fin dei conti decisero lo switch in Europa: dentro la Viola, fuori la Dea. Italiano torna a casa con i soliti problemi: la stitichezza in avanti, un gioco discretamente manovrato ma ancora lento. E i nuovi acquisti che non decollano, anzi tirano il freno. Un paio di alibi: Milenkovic e Nico Gonzalez, pedine fondamentali, che acciaccati non si alzano dalla panchina. E una speranza: Jovic che invece entra e dà segni di risveglio. Ma con la Dea ci voleva di più.

Come da copione e nuova tendenza, l’Atalanta ha tenuto il baricentro basso e la coperta ben tirata su, cedendo l’iniziativa alla Fiorentina in attesa della ripartenza giusta. A Bergamo ci si divertiva più prima, su questo non c’è dubbio, in compenso i rischi si sono ridotti parecchio. Così, la banda Italiano ha menato la danza ma senza spaventare: ok la manovra dal basso, ma poi bisognava cercare qualche accelerata che né Ikonè né Saponara sulle fasce, ben marcati, riuscivano a dare. Solo Bonaventura provava qualche strappo che trovava pochi sbocchi. Kouame correva, correva, ma sbatteva contro il muro Okoli. In compenso la Viola si faceva trovare scoperta sui lanci lunghi di Toloi e compagnia “ripartente” per il velenoso Lookman e un Muriel ispirato nei tocchi e negli inviti.

Dopo aver subito il gol, Italiano ha risposto cambiando sistema con l’inserimento di Amrabat per Bonaventura è spostando un Barak spaesato in mezzo più avanti. Con il 4-2-3-1, come col Verona, la Fiorentina si distendeva meglio ma di pericoli nemmeno a parlarne. Soltanto nel classico rush finale, con l’inserimento di Jovic da trequartista che finalmente ha dato segni di risveglio (bella azione con tiro angolato sventato da Sportiello) ha dato l’impressione di poter strappare il pareggio ma questa Dea solida ha rischiato il minimo sindacale.

Nuovo corso Venti punti dopo 8 partite la Dea non li aveva mai collezionati. La Fiorentina invece ha solo brutti numeri: non vince in trasferta da 7 gare di fila, ha segnato appena 7 gol in tutto e il gioco continua a non decollare. La vecchia viola non c’è più. Servirebbe anche a Italiano un nuovo corso.

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